Nella scuola dove lavorava come collaboratore furono trovati, tra detersivi e scope nel ripostiglio, una pipa ad acqua artigianale di quelle in uso per fumare hashish; nella sua...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Per l'accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente, un bidello di un liceo romano del quartiere
Portuense si è visto confermare in appello la condanna a tre anni e dieci mesi di reclusione inflittagli in primo grado dal gup a conclusione del processo col rito abbreviato. La sentenza è stata emessa dalla seconda Corte d'appello di Roma.
L'indagine che ha portato a processo il bidello iniziò con un controllo con due cani antidroga - Condor e Jamil - all'interno della scuola dove l'uomo lavorava. La successiva perquisizione nella sua abitazione portò alla luce 4 involucri contenente hashish del peso di quasi 4 chilogrammi; dosi di cocaina del peso di 43 grammi; un piccolo quantitativo di marijuana; due bilancini di precisione; un block notes su cui era annotato un elenco di nomi e cifre.
Il quantitativo di droga sequestrata convinse gli investigatori che la stessa fosse destinata allo spaccio.
Fu lo stesso bidello a dire che quella droga gli era stata fornita da un uomo allo scopo di custodirla e dietro un compenso in denaro, a lui necessario visto le ristrettezze economiche in cui versava (gli era stato concesso anche di venderne una piccola parte, trattenendone il ricavato). Ritenendo i fatti ampiamente provati, il gup di Roma condannò il bidello a tre anni e 10 mesi di reclusione, nonché 14mila euro di multa. Condanna adesso confermata anche in appello. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino