Alla sezione misure di prevenzione della Corte d'appello di Napoli, presieduta da Giovanna Grasso, la richiesta formale di estradizione dagli Stati Uniti non è ancora...
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IL CONTRASTO
«Nella sezione misure di prevenzione, che si occupa anche di estradizioni, arrivano decine di richieste - spiega il presidente della Corte d'appello napoletana, Giuseppe De Carolis - La procedura dura, in totale, circa quattro mesi, ma si parte sempre da una richiesta formale dello Stato interessato all'estradizione».
Giovedì scorso, il primo passaggio: la richiesta dei magistrati italiani al cittadino russo sul suo assenso all'eventuale estradizione. La risposta naturalmente è stata negativa. Ora, si attende la richiesta americana, che sarà esaminata dalla Procura generale per poi essere discussa in udienza nel contraddittorio tra accusa e difesa. Tra Italia e Stati Uniti è in vigore da nove anni un nuovo trattato di estradizione e la Russia, attraverso una nota ufficiale dell'Ambasciata a Roma, ha già fatto sentire la sua decisa opposizione all'iniziativa giudiziaria nei confronti di Korshunov, accusato di aver rubato segreti industriali alla Avio Aero controllata italiana della General Electric con la complicità dell'ingegnere italiano Maurizio Paolo Bianchi e di tre dipendenti, da identificare, dell'azienda italiana.
«L'arresto di cittadini russi su richiesta degli Stati Uniti ostacola le reazioni bilaterali con altri Paesi, è una cattiva prassi a volte legata alla concorrenza» ha commentato il presidente russo Vladimir Putin. Che ha aggiunto: «Se esistono reati, le nostre forze dell'ordine devono essere messe in condizione di cooperare». Ma gli Stati Uniti insistono e, ottenuto l'arresto dell'ingegnere russo, preparano la richiesta di estradizione da trasmettere a Napoli. Ha spiegato il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov: «Siamo di fronte ad un esempio di concorrenza sleale, al nostro connazionale viene fornita tutta l'assistenza necessaria».
L'Italia tra l'incudine e il martello, con Di Maio che, da titolare della Farnesina, potrebbe essere costretto a smussare tensioni sulla vicenda, convocando l'ambasciatore russo Sergey Razov. Non è la prima volta che, sempre a Napoli, su richiesta statunitense l'Italia dice sì all'estradizione di un cittadino russo. È accaduto sei anni fa, per un hacker arrestato a Sorrento. Ricorda il presidente della Corte d'appello, De Carolis: «Fu estradato, era accusato di introdursi nei sistemi informatici spostando forti somme di denaro. Mi risulta che oggi collabori con le autorità statunitensi».
L'INGEGNERE
Non è personaggio di secondo piano, Aleksandr Korshunov, che la relazione dell'agente speciale Fbi, Michael Runnels, ritiene mente di tutta l'azione di spionaggio industriale, per favorire l'azienda russa Uec di cui è dipendente. In precedenza, l'ingegnere aveva lavorato al ministero degli Esteri russo e, dal 2003 al 2006, era stato vice presidente per lo sviluppo del business e la cooperazione nel gruppo di società Kaskol. Nei tre anni successivi ha poi diretto l'Astrasystems Cjsc. L'ambasciatore russo a Roma, Sergey Razov, ha già annunciato la «ferma opposizione a qualsiasi richiesta di estradizione». E siamo ancora a procedura non avviata. È evidente che, quando il procedimento inizierà alla Corte d'appello napoletana, aumenteranno le pressioni diplomatiche russe che renderanno indispensabile un intervento del ministro Di Maio. Senza contare che, dopo la decisione dei giudici, la parola finale sull'estradizione negli Usa spetterà al ministro Bonafede. E la sua sarà una delicata decisione solo politica. Un non facile atto di politica internazionale, su una spy story intervenuta nella realtà di affari e interessi miliardari dell'industria aeronautica.
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Il Mattino