Quando le hanno dato un bicchiere d’acqua per cercare di calmarla, Carla (la chiameremo così) l’ha fatto cadere in terra. Le sue mani tremavano, il suo volto...
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«Si è abbassato i pantaloni» costringendola a «un rapporto orale» prima di tentare anche «un rapporto completo». La ragazza è riuscita a fuggire, a gridare, un testimone confermerebbe le sue parole anche se altri residenti del quartiere ricostruiscono lo scenario di una molestia in strada avvenuta senza rapporti sessuali non distante dal supermercato. Carla è corsa via, si è rifugiata nel bar dove lavora da qualche tempo: «Mi ha preso di forza, non sono riuscita a liberarmi». Poco dopo è stata accompagnata all’ospedale San Camillo e al pronto soccorso ginecologico è stata sottoposta a tutti i controlli e le analisi di rito, tamponi compresi i cui esiti arriveranno nei prossimi giorni. L’uomo intanto si stava dirigendo verso il supermercato quando è stato bloccato prima da alcuni cittadini e poi dagli agenti di polizia. Con precedenti alle spalle, una moglie e due figli adolescenti che lo aspettavano ad Acilia, è stato arrestato per tentata violenza sessuale e condotto nel carcere di Regina Coeli dove è tuttora rinchiuso in attesa dell’interrogatorio di convalida. Oggi pomeriggio la ragazza, assistita dall’avvocato Remo Pannain, sarà di nuovo ascoltata dalla polizia e anche il suo legale potrà avere un quadro più chiaro di quanto accaduto giacché per il momento Carla, sotto choc, non è riuscita a parlare con altri se non con gli agenti intervenuti a Testaccio martedì pomeriggio e con la madre.
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A lei ha detto che l’uomo, che pure entrava spesso nel bar dove lavorava per un caffè e che mai le aveva rivolto la parola, da qualche giorno aveva iniziato a manifestarle delle avances. Sia quando la giovane si recava al supermercato per fare la spesa ed esser servita da Massimiliano, impiegato nel settore gastronomia e affettati, sia quando i due si incontravano accidentalmente per strada. L’uomo finora non ha detto nulla. Chi lo conosce sa bene i suoi trascorsi con la giustizia ma non aveva mai dato problemi al quartiere e ai clienti del supermercato. «Non so cosa gli sia passato per la testa - spiega il direttore del “Pewex” - ma di certo non era in servizio in quel momento». Gli altri dipendenti si dividono tra chi preferisce non parlare, perché martedì non era in servizio, e chi invece dice: «È una cosa spaventosa quello che ha fatto». A favore degli investigatori e della Procura ci sono le immagini di alcune telecamere di sorveglianza che inquadrano il luogo dove la ragazza ha denunciato la violenza mentre non è da escludere che venga nuovamente ascoltato l’uomo che per primo ha soccorso Carla. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino