Ucraina, i giovani scienziati russi: «Fermate questa guerra»

Ucraina, i giovani scienziati russi: «Fermate questa guerra»
«Fermate la guerra» è l’invito rivolto al proprio governo da decine di giovani ricercatori, scienziati, docenti russi. Dopo gli appelli contro le...

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«Fermate la guerra» è l’invito rivolto al proprio governo da decine di giovani ricercatori, scienziati, docenti russi. Dopo gli appelli contro le ostilità firmati da studenti e professori nelle università - a cavallo tra febbraio e marzo, all’indomani dell’inizio dell’Operazione militare speciale in Ucraina, - adesso è il turno dei video che girano su Facebook e sui social media federali in generale. Ecco perché il Cremlino li vuole spegnere, ma essi sono ancora accessibili con degli accorgimenti informatici.

«Guardate prima di addormentarvi – è scritto in uno di questi nella didascalia di presentazione – quanti giovani coraggiosi e non indifferenti ci sono in Russia». Queste persone hanno messo in pericolo il loro futuro, i risultati fin qui raggiunti, le prospettive di lavoro pur di stare in pace con la propria coscienza e di non girarsi dall’altra parte, facendo finta di niente. «Questo è il vero futuro della Russia – vi è scritto -. Il futuro in cui si desidera vivere».

In marzo la repressione della protesta negli atenei russi è stata particolarmente dura a San Pietroburgo, dove sono stati licenziati i professori e cacciati gli studenti che avevano firmato gli appelli contro la guerra. A Mosca, invece, all’Mgu, la prestigiosa Università Statale di Mosca, i dissenzienti sono stati semplicemente sospesi.

Ma è dall’estate 2019, dai tempi delle proteste nelle due capitali contro il Cremlino organizzate soprattutto da Aleksej Navalnyj – oggi in carcere -, che l’aria è pesante nelle università federali. Già allora i rettori e i direttori delle scuole superiori – persino dopo pubbliche reprimende e dichiarazioni di fedeltà al potere - avevano deciso di intervenire in prima persona contro i giovani, fermati o arrestati dalla polizia per le manifestazioni non autorizzate, sanzionandoli o addirittura espellendoli.

«La guerra – esordisce in video Daniil Skorinkin, docente dell’Alta scuola di Economia di Mosca, (con l’indicazione del nome, del cognome e di dove lavora ben in vista) - ha provocato tante prove dolorose, sofferenze e lacrime che non è possibile dimenticare. E non ci sono perdono o giustificazioni per quelli che progettano di nuovo piani aggressivi. Questo ha detto nel 2021 il presidente russo Vladimir Putin. Io sono d’accordo con quelle parole, per questo sono contrario alla guerra sul territorio ucraino. La storia giudicherà questa guerra e anche chi l’ha scatenata. Pensate al futuro! Fermate la guerra!» Dopo di lui prende la parola Oksana Stanevich, medico e ricercatrice dell’Università europea di San Pietroburgo, presidente del consiglio dei giovani scienziati di un gruppo legato al ministero della Sanità russo: «Egregio Presidente della Federazione Russa, io sono contro la guerra. Fermando le operazioni belliche sul territorio ucraino, ci potremmo avvicinare all’ideale umanistico della società del futuro, nel quale ogni discordia – in particolare riguardante i problemi di sicurezza - può essere composta attraverso negoziati pacifici. Vorrei educare figli in una società in cui le pistole e la violenza fisica non sono argomenti per la soluzione di conflitti. Sono contro la guerra in Ucraina». Il testimone passa quindi al chimico Aleksandr Kocetkov: «In questo conflitto soffrono migliaia di persone e nessuno sa cosa succederà domani. Non è importante quali opinioni voi sostenete, a quali nazioni voi appartenente e di dove siete. Quello che accade non deve succedere. Le conseguenze saranno per tutti. Per gli scienziati le conseguenze saranno catastrofiche: la conoscenza e la scienza non devono conoscere frontiere, soprattutto quelle tracciate con il sangue. Noi siamo per la pace!» Il biologo Andrej Zhelankin «semplice cittadino russo» è addolorato vedere «l’aggressione» in corso nei confronti di un Paese vicino, il cui risultato è la morte di gente «da una parte e dall’altra». «Noi – continua il giovane – non abbiamo scelto questa guerra. Siamo per la pace e per il progresso». La biologa Anna Kotelnikova rimarca che «la scienza parla la lingua dei fatti. Non considerandoli, si fa del male a sé stesso e agli altri. Mi piacerebbe vivere in un mondo di pace. Sono certo che qualsiasi conflitto si può risolvere in modo pacifico». 


Dopo di loro decine di giovani studiosi ci mettono letteralmente la faccia contro la guerra in Ucraina. Tanti i pensieri esposti: «L’isolamento della Russia non porterà a nulla. Anzi!»; «Sarà una catastrofe per la scienza!»; «La scienza deve essere libera»; «Vogliamo pace, calore e amore»; «Questo è un reato senza giustificazione»; «Non ci sono risposte a quanto sta avvenendo»; «No alla violenza e agli spargimenti di sangue»; «Sotto la parola “operazione” si nasconde ben altro!» «Che si apra subito una trattativa di pace!»; «Questa violenza è inaccettabile nel 21esimo secolo»; «Chiediamo al governo di fermare questa follia». E poi la scritta finale del video: «No alla guerra». Il fronte interno in Russia non è solo aperto ma spalancato! Fare a lungo finta di nulla non sarà facile per la dirigenza del Paese.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino