Vaccino europeo contro il Coronavirus, via allo sprint: «Dosi garantite a ogni Paese»

Vaccino europeo contro il Coronavirus, via allo sprint: «Dosi garantite a ogni Paese»
Porterà il timbro dell'Europa la strategia vaccinale che metterà al tappeto il coronavirus, così ogni Paese membro avrà le stesse...

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Porterà il timbro dell'Europa la strategia vaccinale che metterà al tappeto il coronavirus, così ogni Paese membro avrà le stesse possibilità di uscire dalla pandemia. La decisione comunicata ieri pomeriggio dalla commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides, era nell'aria da settimane, ma ha avuto il via libera durante la riunione a cui erano presenti tutti i ministri della Salute. Il lancio ufficiale è programmato però per la prossima settimana. Il piano comune attiverà contratti anticipati con i vari produttori di vaccini con stabilimenti in Europa, in cambio dell'accesso garantito all'acquisto di dosi nelle quantità necessarie a ogni Stato membro. Ma non solo, perché garantirà anche la trasparenza nelle contrattazioni e tempi celeri per la produzione, annullando definitivamente la pericolosa spirale della concorrenza tra Stati in cui fatalmente avrebbe vinto la legge del più forte.

 
Il meccanismo messo in moto può contare su un tesoretto di sostegno da 2,7 miliardi e si coordina con la raccolta fondi internazionale avviata nelle scorse settimane, su cui anche il governo italiano è in prima linea, e che già vale 9,3 miliardi di euro e proseguirà il 27 giugno con un evento pubblico. «La vera svolta nella pandemia di Covid-19 - ha detto Kyriakides - sarà avere un vaccino. Questa sarà l'unica vera exit strategy dalla crisi. Un vaccino deve essere accessibile a tutti in Europa, e anche nel mondo. Nessuna regione del mondo è al sicuro, se non siamo tutti al sicuro. In un periodo in cui il mondo sta facendo passi per avere accesso ad un futuro vaccino - ha proseguito la commissaria - l'Ue deve mostrare un fronte unito, in questo sforzo globale. Il tempo è fondamentale». Dunque, non si può più sprecare tempo rischiando che i giganti del mondo, Usa in testa, si accaparrino il bottino prima degli altri. Il pericolo si era materializzato un mese fa, quando da Parigi, Paul Hudson, Ceo del colosso Sanofi, aveva ammesso che se si fosse arrivati al vaccino ci sarebbe stata una corsia preferenziale per gli States, «dal momento che hanno investito di più» nella ricerca da loro condotta: parole che scatenarono l'ira funesta del primo ministro francese Emmanuel Macron, che spedì a stretto giro il suo ministro dello sviluppo economico nello stabilimento di Lyon per trovare un accordo: le pipeline Sanofi in Usa produrranno per quel territorio e quelle in Europa per il Vecchio continente. Da lì emerse la necessità di accelerare la creazione di un Piano unitario e di mettere nero su bianco che il vaccino fosse valorizzato come bene comune e non di mercato. Sempre ieri Macron ha comunicato che si recherà nella sede della Sanofi il prossimo 16 giugno a suggello dell'alleanza sul principio del vaccino bene comune.
 

«Per questo - ha detto ancora Kyriakides - proponiamo un approccio europeo comune per assicurarsi la fornitura di vaccini per tutti gli Stati membri. Questo eviterà la concorrenza tra i Paesi Ue e offrirà ai produttori un procedimento negoziale semplificato». A tambur battente, dopo il lancio del Piano Ue, da Ginevra è arrivato il commento dell'Oms: «Ci vuole consenso internazionale sul fatto che il vaccino contro Covid-19 diventi un bene pubblico globale e perché ciò avvenga abbiamo bisogno di impegno politico dei nostri leader - ha spiegato il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus - La buona notizia è che molti leader hanno già promosso l'idea di fare del futuro vaccino un bene per tutti, ma questa idea deve essere continuamente sostenuta e più leader devono salire a bordo in questa impresa. Speriamo che il mondo raggiunga un consenso totale su questo. E oltre all'impegno dei politici, io credo sia un affare di tutti, la voce di ogni cittadino sarà molto importante per assicurare accesso universale a vaccini e altri prodotti».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino