Inflessibile quando si tratta dei decimali altrui, l'Unione europea non bada a spese quando si tratta di se stessa. Nel bilancio 2019 dei sacrifici imposti ai Paesi membri non...
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«Nel bilancio Ue 2019 spiega l'europarlamentare del M5s, Marco Valli - abbiamo trovato sprechi, privilegi e spese eccessive per quasi 900 milioni di euro che possono essere tagliati». In Commissione si potrebbe sforbiciare parecchio: ben 303 milioni di euro, secondo gli eurodeputati pentastellati. Juncker guadagna ad esempio piuttosto bene: stipendio base di 24.874,62 euro al mese al quale si aggiungono l'affitto pagato, uno staff di venti persone e l'auto blu. Più o meno sugli stessi livelli gli altri 27 commissari europei, che guadagnano tra i 20 e i 23mila euro mensili. Ai quali vanno aggiunti ogni mese l'indennità di residenza (il 15% del trattamento base) e quella di rappresentanza. Poco inclini a misure di protezione sociale per la gente comune, i commissari hanno deciso di regalarsi persino un sostanzioso reddito di cittadinanza per affrontare la disoccupazione con maggiore serenità. Dopo la fine del mandato, in scadenza a maggio, i tecnocrati godranno infatti per i prossimi tre anni di un sussidio mensile compreso tra gli 8 e 15mila euro, ha svelato il Frankfurter Allgemeine Zeitung. Qualche bel decimale si potrebbe limare anche dalle cospicue spese per i viaggi, che la Commissione tiene riservate. Fatta eccezione per quelle dei primi due mesi del 2016. Quando emerse, tra le polemiche, che la trasferta di tre giorni di Federica Mogherini tra Baku e Yerevan era costata 75mila euro. E che per fare tappa a Roma in aerotaxi, Juncker ne aveva speso 27mila.
Illuminante anche il costo sostenuto dai commissari per muoversi tra Strasburgo e Davos soltanto tra gennaio e febbraio di due anni fa: 500mila euro. Se si guarda al Parlamento europeo, le cose non cambiano poi molto. Spending (poca) e spanding (tanto). Valgono in questo caso ben 333 milioni di euro, i possibili tagli individuati dal M5s. Nel mirino la tripla sede del Parlamento, che tra Strasburgo, Bruxelles e Lussemburgo costa ogni anno tra i 156 e i 204 milioni, più 40 milioni di affitti. Ma nel bilancio 2019 spiccano anche i 60 milioni destinati a pulizia a manutenzione degli immobili, i 22 per la sorveglianza, i quasi 70 per software e assistenza, e i circa 8 milioni che Bruxelles conta di spendere in mobilio, tra abatjour e scrivanie di legno, evidentemente pregiato.
Sugli scudi anche il parco auto, che vale una spesa di 4 milioni. Una discreta quantità di fondi potrebbe essere recuperata anche dalle cosiddette allowances degli eurodeputati (stipendi e benefit vari). Che nonostante la Brexit, e l'uscita di 46 membri, potranno contare l'anno prossimo su 48 milioni in più. I due miliardi stanziati per il 2019 serviranno a pagare per un terzo le indennità di 6600 euro nette mensili cui ha diritto ciascun deputato. Che gode inoltre di indennità per spese mediche, indennità transitoria, assicurazioni, e un bonus di 4.342 euro al mese per le spese generali. Ci sono poi le spese di viaggio (se si usa l'aereo in business class), e quelle per i corsi di lingue e di informatica. All inclusive, una meraviglia. Tagliare vorrebbe dire reinvestire. «Dai tagli agli sprechi osserva l'eurodeputata del M5s, Laura Agea - prevediamo di destinare oltre 600 milioni in più per il Fondo sociale europeo, a vantaggio di misure di contrasto alla povertà, come il reddito di cittadinanza». Il Parlamento europeo largheggia però anche in fondi destinati a partiti e fondazioni: nel 2019 in arrivo altri 130 milioni. Non sempre spesi benissimo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino