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Adesso i pm di Bari cercano di recuperare i file scaricati e poi eliminati nei dispositivi sequestrati a Vincenzo Coviello. Perché come lo stesso lo stesso dipendente di Intesa Sanpaolo ha ammesso, indagato per i 6.600 accessi abusivi che hanno portato la procura a contestargli anche il tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, i download sono stati eliminati. Finché i file non saranno trovati, o dai telefoni e dalle email di Coviello non emergeranno contatti con presunti mandanti che i carabinieri stanno cercando di individuare, il funzionario licenziato lo scorso 8 agosto potrebbe davvero risultare un guardone maniaco, con un interesse morboso nei confronti di personaggi noti e sconosciuti. Parenti e conoscenti. Ma i tempi di consultazione, in alcuni casi, sono così brevi, da far pensare davvero all’esfiltrazione dei file.
LE ANOMALIE
Tra le 6.600 ricerche ininterrotte su conti, investimenti, prestiti e movimentazioni delle carte di credito, compiute almeno a partire da settembre 2022, visto che non è possibile andare più indietro negli archivi della banca, risultano anche anomalie. Come la ricerca che riguarda i conti della premier Giorgia Meloni, nel luglio 2022, ancora prima che diventasse presidente del Consiglio. Quattro minuti in tutto, tanto impiega Coviello per “spiare” le movimentazioni del deposito. O la ricerca del deposito di Diego Armando Maradona, già morto nel 2020. Ma l’ingresso è del marzo 2023. Anche l’accesso al conto di Mario Draghi, nel giugno dello stesso anno, ha una durata lampo: appena sette secondi.
IL RITARDO
Per Intesa è scattata l’ipotesi di mancato rispetto delle misure di sicurezza, ma la posizione della banca è all’esame della procura anche per la mancata denuncia. A ottobre 2023, Coviello viene scoperto, parte il procedimento disciplinare. Ma è luglio quando viene informato dalla Banca il garante per la Privacy. Anche una decina di correntisti dopo la convocazione, apprende dal direttore della filiale delle intrusioni. Sono i più bersagliati. Nei conti del primario del Policlinico di Bari Antonio Moschetti, Coviello ha sbirciato 230 volte. Il medico presenta un esposto. Ma nessuno informa la procura che è stato compiuto un reato e che l’istituto di credito ne era a conoscenza. L’accesso abusivo a sistema informatico è andato avanti a lungo e ha proporzioni enormi. Ad agosto scatta il licenziamento professionale dell'ex dipendente. Ma la procura rimane ignara finché i carabinieri ai quali si è rivolto Mochetta non si presentano in banca.
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Il Mattino