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Non solo la violenza, ma anche la discriminazione di genere. Perché questo «odioso problema» deve essere affrontato «in tutti i suoi aspetti, dalla prevenzione al sostegno delle vittime». Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, indica la tutela delle donne come una «priorità assoluta» per il governo. E questo si traduce in «nuove risorse» per aiutare le vittime di «abusi domestici, per accompagnarle nel percorso di uscita dalla violenza, per favorirne l'indipendenza economica». Un impegno che, come ha spiegato il ministro per le Pari opportunità Elena Bonetti, «diventa strutturale» attraverso i finanziamenti previsti in manovra: non soltanto 30 milioni per i centri antiviolenza, ma anche altri cinque per il Piano strategico parità e altrettanti per l'attuazione del nuovo Piano strategico nazionale che è stato votato la scorsa settimana in Consiglio dei ministri, a cui si aggiunge un bando da ulteriori 5 milioni che sarà pubblicato a breve.
Tra le misure centrali c'è soprattutto il cosiddetto reddito di libertà, ovvero il sussidio che può arrivare fino a 400 euro al mese, per un massimo di 12 mesi erogati in un'unica soluzione, a favore delle donne vittime di violenza. Il contributo è diventato attivo da metà novembre, dopo la pubblicazione di una circolare dell'Inps. Ma per Forza Italia è necessaria anche una protezione fisica. La responsabile del ministero per il Sud, Mara Carfagna, rilancia la proposta fatta dalla collega Mariastella Gelmini di dotare le donne vittime di violenza di una scorta. «Rientra tra le idee che stiamo valutando per costruire un quadro di tutele rafforzate.
D'altra parte, le cifre delle violenze sulle donne sono ogni anno quelle di un'emergenza: dal 1 gennaio al 14 novembre, secondo i dati del Viminale, i femminicidi sono stati 103. Mentre una indagine della commissione d'inchiesta del Senato sugli omicidi ai danni delle donne commessi tra il 2017 e il 2018 racconta che il 63% delle vittime non aveva parlato con nessuno delle violenze subite. «Il governo c'è, c'è nel fare tutto quello che è possibile e che possiamo fare per dare pieno compimento a questa urgenza che si sta evidenziando sempre più nel nostro Paese», ha ribadito il ministro Bonetti anche in aula alla Camera dove ieri si discutevano le mozioni sulle iniziative di contrasto alla violenza sulle donne. Peccato che ad ascoltarla ci fossero soltanto otto deputati. È vero, succede tutti i lunedì: come dimostra il bollettino che a inizio di ogni settimana viene diffuso dal deputato dem Filippo Sensi, i numeri sono più o meno sempre quelli. Ma questa volta l'effetto è particolarmente stridente. Perché il 25 novembre si celebra la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne e c'è da giurarci che ci sarà una rincorsa a fare dichiarazioni su quanto è importante contrastare questo fenomeno.
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