Più che una marcia indietro, sembra un segnale di stop temporaneo. È l'ultima novità del sempre più complicato caso Consip, almeno per quanto...
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Ma la pausa di riflessione di ieri mattina non dovrebbe rappresentare un segnale di allarme per il magistrato anglonapoletano, dal momento che - almeno da un punto di vista penale - i bene informati confermano che è in arrivo una richiesta di archiviazione da parte del procuratore Pignatone, del procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Mario Palazzi. Non sarebbero emersi riscontri concreti in grado di sostenere una richiesta di accusa nel corso di un processo. Difeso dal penalista Bruno Larosa, Henry John Woodcock si era difeso per almeno cinque ore dinanzi ai colleghi romani (con i quali conduceva da anni atti istruttori su vicende legate ad affari che contano e mondo politico), per smentire la doppia accusa in campo penale. Erano due le ipotesi investigative battute dalla Procura di Roma, a caccia della talpa che ha consentito alla fine dello scorso dicembre al Fatto quotidiano di macinare scoop sul coinvolgimento dei vertici dei carabinieri e del ministro Luca Lotti, proprio nella fase di passaggio per competenza territoriale da Napoli a Roma; mentre anche sulla ipotesi di falso, ci sarebbe l'orientamento dei pm romani di chiudere con un nulla di fatto, dal momento che la toga napoletana si sarebbe limitata a consigliare all'ufficiale del Noe di aprire un capitolo a parte sul presunto controspionaggio governativo, per consentire ai pm di Roma (destinatari dell'informativa finale della Consip) di fare le opportune verifiche. Fatto sta che è inutile negare che a Napoli le mosse della Procura di Roma sono attese con una buona dose di comprensibile apprensione.
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Il Mattino