I buoni propositi alla prova del Carnevale

Su Napoli, già normalmente città del mangi chi può, incombe ora il Carnevale, nei negozi di alimentari e pasticcerie e forni, il migliaccio, il sanguinaccio e le chiacchiere

I buoni propositi alla prova del Carnevale
A fare buoni propositi siamo stati bravi, ma a tre settimane dall'inizio dell'anno siamo già alla prova del coraggio e della caparbietà. L'entusiasmo...

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A fare buoni propositi siamo stati bravi, ma a tre settimane dall'inizio dell'anno siamo già alla prova del coraggio e della caparbietà. L'entusiasmo deve sempre vedersela con il quotidiano grigiume, ma a Napoli le cose si complicano ulteriormente, ci si mette anche la forma mentis. In luogo del rinunciare a qualcosa per averne un ritorno più in là, il napoletano avrà sempre una vocina a dirgli di prendere il buono quando viene, perché il malamente non manca mai. Con tale logica, come portare avanti, allora, un proponimento ricorrente come la dieta? Con le feste appena trascorse e nessuna voglia alimentare insoddisfatta, questo dovrebbe essere il momento perfetto. Quando mai.

Su Napoli, già normalmente città del mangi chi può, incombe ora il Carnevale, nei negozi di alimentari e pasticcerie e forni, il migliaccio, il sanguinaccio e le chiacchiere, ormai tanto imbottite e glassate che sono discorsi di un'ora e mezza ciascuno. Resistere non è solo una questione di paraocchi davanti alle vetrine, c'entra anche la difficoltà di pianificare: in dialetto napoletano, diversamente dalla leggenda, il futuro esiste eccome, ma ha una coniugazione oscura, sta bene nei versi di poesie e canzoni, non in bocca alla gente. A tu per tu, si parla del domani usando il presente come fosse oggi. E fare oggi qualcosa che non ci va o che si è a lungo rimandato è complicato, tanto che non sappiamo più se non abbiamo ancora iniziato o abbiamo già smesso. 

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Il Mattino