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Non c’è pace per il porto di Amalfi. A meno di un mese dal terribile fatto di cronaca verificatosi su uno dei pontili di attracco, un’altra tragedia, all’alba di stamani, ha sconvolto la tranquillità il bacino portuale della cittadina capofila della Costiera.
Antonio Esposito, 58 anni, titolare di uno dei quattro pontili che forniscono assistenza e ormeggio alle imbarcazioni da diporto è stato trovato cadavere a bordo della sua motobarca da pesca. Un dramma che si presenta come un vero e proprio giallo considerato che a bordo con l’uomo al momento del malore (secondo il medico legale lo sfortunato ormeggiatore sarebbe stato stroncato da un infarto) c’erano due giovani donne ucraine.
A rivelare questo particolare sono le state le immagini dei sistemi di video sorveglianza della Capitaneria di Porto dai cui fotogrammi si nota la piccola barca a remi, utilizzata da Esposito per i trasbordi, raggiungere il pontile che dà sulla terraferma. Qui sarebbero scese le due donne poi individuate grazie ad altre due telecamere: quelle del comune di Amalfi, in piazza Flavio Gioia, e di un ristorante ubicato lungo il tragitto.
Di una di queste sarebbe stata accertata anche l’identità anche se non ancora intercettata. Potrebbero essere loro a chiarire cosa è accaduto la scorsa sera sull’imbarcazione di Esposito il cui corpo è stato trovato cadavere sulla cuccetta del natante.
La sua salma, dopo le i rilievi effettuati da i carabinieri della stazione di Amalfi, è stata condotta presso l’obitorio dell’ospedale di Salerno dove sarà sottoposta a esame autoptico. La drammatica notizia ha seminato rabbia e sconcerto non solo ad Amalfi, dove Antonio “‘e Venturino” (così lo conoscevano in paese) era apprezzato per la sua straordinaria disponibilità. Infaticabile lavoratore, l’uomo era un punto di riferimento nel porto di Amalfi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino