OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Lui continua a fuggire. E loro continuano a non mollare. Da un lato Enzo Napoli, il sindaco di Salerno finito tra gli indagati di un'inchiesta sulle coop che si è abbattuta sul Comune a una settimana dal voto. Dall'altro i lavoratori che nelle coop ci lavorano da anni e che, da circa venti giorni, sospesa l'attività delle cooperative sociali di appartenenza, presidiano l'ingresso di palazzo di città in attesa di parlare con il primo cittadino.
Ieri mattina le loro strade si incrociano. Pochi minuti. Un incontro che a tratti si fa scontro. I lavoratori, esasperati dall'attesa e preoccupati per il loro futuro lavorativo, chiedono risposte a gran voce. «Stiamo cercando una soluzione possibile, stiamo studiando», prova a calmarli Napoli. Prima di chiudersi in auto e filare via, pronto a disertare finanche le celebrazioni del 4 novembre pur di sfuggire alla stampa, da oltre due settimane tenuta fuori dal palazzo. L'accortezza prestata nei giorni scorsi dal sindaco stavolta non basta.
Probabilmente Enzo Napoli abbassa la guardia convinto che l'incontro dei lavoratori con l'assessore all'Ambiente Massimiliano Natella, il giorno precedente, li abbia calmati. Ma loro sono sempre là, sotto i portici. E non appena il primo cittadino esce, lo affiancano. Chiedono risposte a una situazione sempre più complessa. «Ma come dobbiamo fare? Come paghiamo la pigione?», ripetono. Lui, Napoli, prova a smarcarsi. Invano. Malgrado la presenza cospicua di vigili urbani che provano a fare da scudo.
Le parole del sindaco non bastano a nessuno. Né ai lavoratori, la cui tensione cresce. Né alla politica, che torna all'attacco. «È evidente che a Salerno c'è un'amministrazione paralizzata in attesa degli sviluppi giudiziari tuona il senatore di FdI, Antonio Iannone - Ne subiscono le conseguenze i lavoratori e i cittadini che pagano gli inguacchi della politica deluchiana. Se il sindaco Napoli ha da temere rassegni le dimissioni. Se non ha nulla da temere si assuma le sue responsabilità e amministri. Inutile agonizzare scaricando il peso sull'intera città che vive sospesa». Iannone attacca anche «l'omertà politica del ministro Lamorgese» e del Pd. Duro anche l'affondo del consigliere comunale del M5S, Catello Lambiase, che parla di un primo cittadino «in stato confusionale». Il quale, «nominata la giunta», ha poi «chiuso le porte del palazzo alla stampa, tenendo così all'oscuro i cittadini su cosa voglia fare». Ma, aggiunge Lambiase, mentre «aspetta che qualcuno dalla Regione gli detti cosa dire, i cittadini aspettano invano una città più pulita con servizi migliori, verde pubblico, manutenzione, mobilità sostenibile, sicurezza, rilancio del commercio». Quindi l'appello a «trarne le dovute conclusioni».
Leggi l'articolo completo suIl Mattino