Coronavirus, è morto don Alessandro: il parroco dei riti neocatecumenali a Salerno

Coronavirus, è morto don Alessandro: il parroco dei riti neocatecumenali a Salerno
Don Alessandro Brignone, parroco di Caggiano, è deceduto questa mattina all'età di 46 anni. Aveva contratto il Coronavirus durante i raduni religiosi dei...

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Don Alessandro Brignone, parroco di Caggiano, è deceduto questa mattina all'età di 46 anni. Aveva contratto il Coronavirus durante i raduni religiosi dei neocatecumenali. 




Don Alessandro era diventato prete il primo luglio del 2006, da nove anni guidava la parrocchia di Caggiano. Aveva solo 46 anni e stando a quanto emerso finora non aveva malattie pregresse. Le sue condizioni sono peggiorate nella giornata di martedì quando è stato trasferito all’ospedale di Polla dalla sua abitazione dove era in quarantena dopo essere risultato positivo al Coronavirus. Ieri sera il quadro clinico è peggiorato e questa mattina, poco dopo l’alba ha perso la vita.

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Il prete aveva partecipato ai raduni dei neocatecumenali di Atena Lucana e Sala Consilina di fine febbraio e di inizio marzo. Lo stesso diventato caso mediatico e non solo, e lo stesso al cui aveva partecipato Raffaele Citro, il primo deceduto della provincia di Salerno per Covid-19. Circa venti persone hanno partecipato a quel rito e molti sono risultati positivi e a loro volta ne hanno contagiato altre. Son 20, finora, le persone positive nel Vallo di Diano. Quattro a Caggiano, e tutte hanno partecipato ai raduni.
 
«Il nostro quarto giorno di quarantena - scrive il primo cittadino del paese dell’Alto Tanagro Modesto Lamattina - inizia nel peggiore dei modi. Questa notte, presso l’ospedale di Polla, non ce l’ha fatta il nostro Don Alessandro. Questo nemico invisibile colpisce la nostra comunità in modo violento e drammatico. Ci stringiamo nel dolore a tutta la sua famiglia, in questo giorno della festa del papà ad un padre che perde un figlio. A tutta la famiglia vanno le nostre sentite condoglianze. Una perdita enorme per la nostra comunità, che non è solo un numero a livello nazionale. Che sia da monito, se non vogliamo continuare a piangere vittime, ».” Leggi l'articolo completo su
Il Mattino