Delitto Vassallo, i parlamentari antimafia: «C’è chi sa e non parla, basta zone d’ombra»

Delitto Vassallo, i parlamentari antimafia: «C’è chi sa e non parla, basta zone d’ombra»
Non è ammissibile pensare a quasi undici anni senza nemmeno un processo. Questa, inevitabilmente, è una di quelle situazioni in cui c’è qualcuno che sa...

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Non è ammissibile pensare a quasi undici anni senza nemmeno un processo. Questa, inevitabilmente, è una di quelle situazioni in cui c’è qualcuno che sa e che però non ha parlato. E il nostro Paese non merita zone d’ombra». Va via, con questo appello, dal porto di Acciaroli, il deputato del Movimento 5 Stelle, Luca Migliorino, promotore del lavoro della Commissione parlamentare antimafia sul caso Vassallo, il sindaco di Pollica assassinato il 5 settembre 2010 da mani ancora ignote alla giustizia. Ieri pomeriggio è arrivato nella perla del Cilento insieme ai colleghi pentastellati Stefania Ascari e Giovanni Endrizzi. Con loro anche il senatore salernitano di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone. «Essere qui è fondamentale per leggere meglio le carte e ci aiuterà a capire anche se tutti hanno detto o meno la verità» aggiunge Migliorino, colloquiando con i giornalisti dinanzi alla “Grande Onda”, al porto turistico di Acciaroli. «Faremo una relazione finale e sarà pubblica - conclude Migliorino - Speriamo di ultimare la prima parte del lavoro, quella che farà chiarezza sulla dinamica dell’omicidio, entro la fine dell’estate». Gli fa eco Dario Vassallo, fratello di Angelo e presidente della Fondazione dedicata al sindaco pescatore: «È importante che si faccia presto, ma soprattutto è importante essere qui oggi insieme alla Commissione. Ritengo che questo passaggio sia fondamentale, penso che sia il penultimo se non l’ultimo passaggio per arrivare alla verità. Una volta che verremo a conoscenza della relazione della Commissione Antimafia, noi muoveremo azione legale in sede civile nei confronti di uomini delle Istituzioni, che si sono macchiati del grave crimine di depistaggio su chi ha ucciso mio fratello. Questi uomini dello Stato dovranno pagare non solo il depistaggio, ma anche undici anni della mia vita, dedicati alla ricerca della verità».

C’è anche Massimo, un altro dei fratelli del sindaco pescatore. Segue passo dopo passo il gruppo di lavoro. Dopo un primo sopralluogo al porto, intitolato tra l’altro proprio a Vassallo, i parlamentari, accompagnati da funzionari dell’antimafia, si spostano anche nel luogo, a poche centinaia di metri dalla casa di Vassallo, dove in quella maledetta sera di inizio settembre si consumò l’efferato delitto. «L’omicidio di Angelo è una ferita purtroppo ancora aperta» ricorda il senatore Iannone, che all’epoca dei fatti era assessore alla Provincia di Salerno. «Vogliamo dare il nostro contributo per fare luce su quanto accaduto ad Angelo Vassallo. Questa è la nostra missione e ci stiamo prodigando con il massimo dell’impegno per riuscirci. Ora andremo avanti già nei prossimi giorni incontrando (29 luglio) il procuratore Giuseppe Borrelli» ribadisce l’esponente di Fratelli d’Italia, che in mattinata è stato insieme ai suoi colleghi in Prefettura a Salerno per un incontro con il prefetto Francesco Russo. Ad accogliere la Commissione parlamentare antimafia, guidata dall’onorevole Nicola Morra, assente però ad Acciaroli, ci sono anche Gerardo Spira, storico segretario comunale di Vassallo, il sindaco di Roscigno, Pino Palmieri, e Gisella Botticchio, consigliere comunale di minoranza ad Agropoli. Ed è anche l’assist a Dario Vassallo per non risparmiare accuse alla politica locale. «Ho denunciato due anni fa all’Antimafia il sistema Cilento. Lo Stato deve rafforzare la sua presenza per scardinarlo. È incredibile come Angelo venga ricordato e rispettato ovunque, mentre qui ci sono comuni, come Agropoli e San Giovanni a Piro, che hanno perfino rifiutato l’intitolazione di una pianta». 

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Il Mattino