Giovane mamma in attesa affetta da raro morbo, salvata insieme al bimbo

Giovane mamma in attesa affetta da raro morbo, salvata insieme al bimbo
NOCERA INFERIORE. Una brillante operazione, così come tempestiva, quella eseguita a Nocera Inferiore, grazie alla sinergia tra i reparti di Ostetricia e Ginecologia,...

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NOCERA INFERIORE. Una brillante operazione, così come tempestiva, quella eseguita a Nocera Inferiore, grazie alla sinergia tra i reparti di Ostetricia e Ginecologia, Rianimazione, Tin, Centro trasfusionale ed Ematologia dell'Andrea Tortora di Pagani. I medici hanno salvato una ragazza di 27 anni e il suo bambino.

La donna ha rischiato di perdere il piccolo perchè affetta dalla sindrome di Moschowitz, una rara patologia del sangue. La storia prende piede tra il 24 e il 25 agosto, ora resa pubblica dalla famiglia della donna. Quella mattina la ragazza aveva avvertito dolori alla bocca e allo stomaco, insieme a mal di testa. Aveva un colorito pallido. I sintomi erano poi aumentati, al punto che la famiglia l'aveva accompagnata in pronto soccorso a Nocera. Presso Ginecologia i medici avevano compreso la gravità della situazione, procedendo all'operazione con un parto cesareo d'urgenza. Poi il trasferimento in Rianimazione, con la trasfusione necessaria di sangue e piastrine. I medici avevano poi scoperto, con la situazione sempre più critica, che la ragazza era affetta da quel particolare morbo.

La tempestività, in questo caso, del personale interessato alla gestione della ragazza è stata provvidenziale. L'equipe di Ostetricia e Ginecologia che aveva deciso per l'intervento era composto dai ginecologi Teresa Santoriello e Alfonso Ruggiero e dalla rianimatrice Stefania Giacometti. Il centro trasfusionale è diretto dal dottore Carmine Oricchio. L'intervento è stato eseguito alle 2 di notte: la ragazza aveva emoglobina e piastrine basse. Una situazione di grande pericolo, visto anche il suo stato d'attesa, con il piccolo trasferito subito in terapia intensiva neonatale dopo la nascita. Ad essere eseguita, nello specifico, è stata una procedura di plasma exchange, servita ad allontanare gli anticorpi che avevano provocato il peggioramento del quadro clinico della giovane madre. Una storia a lieto fine, tra la commozione e la grande gioia di medici e di tutta la famiglia della 27enne.

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Il Mattino