Il caso del migrante senza nome: «La sepoltura a Baronissi»

Il caso del migrante senza nome: «La sepoltura a Baronissi»
La città di Baronissi è pronta a dare degna sepoltura a Marittima, la giovanissima migrante che dal 2016 si trova in una cella frigorifera dell'ospedale San...

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La città di Baronissi è pronta a dare degna sepoltura a Marittima, la giovanissima migrante che dal 2016 si trova in una cella frigorifera dell'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno. Il sindaco Gianfranco Valiante si dice pronto a ospitarla al cimitero di Baronissi. Sbarcata nell'ottobre del 2016 insieme a 980 sopravvissuti alla fuga, provenienti dalla Siria, alla ragazza (deceduta), forse appena diciannovenne, fu dato il nome di Marittima (donna che viene dal mare). La giovane, adesso, attende solo di riposare in pace.


«Dare un nome agli invisibili - sottolinea Valiante - è un'opera di pace e di civiltà. Baronissi è pronta ad accogliere la salma di Marittima per cancellare la disumanità a questo corpo, senza nome, custodito con un numero in una cella di ospedale. Nel rispetto della diversa cultura religiosa, Baronissi è pronta a garantire una degna sepoltura, così com'è doveroso. Auspichiamo il superamento di ogni intoppo burocratico per porre fine ad una vicenda paradossale». Per questo il primo cittadino ha contattato come si legge in una nota - don Marco Russo, direttore della Caritas Diocesana. È stato proprio don Marco ad appellarsi alla coscienza dei giusti perché Marittima, dopo ventuno mesi, possa finalmente ritrovare dignità. E lo ha fatto attraverso una lettera, anche attraverso i social, per sensibilizzare le persone, ma ancor di più, le istituzioni. Si, perché la giovane, che ancora non ha un nome, è morta annegata tra le onde del Mediterraneo nell'ottobre del 2016 e il suo corpo è sbarcato a Salerno durante uno dei tanti approdi di migranti. Da quel giorno, in cui le sue spoglie hanno toccato la terra ferma, è rimasta in una «cella fredda...in un bianco e anonimo obitorio», come dice don Marco che ha auspicato che questa giovane donna avesse una data della sepoltura «per dare un senso a un suo passaggio su questa terra». E, adesso, c'è Baronissi che risponde e si rende disponibile ad accoglierla nel cimitero della sua città. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino