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Hanno toccato terra italiana, oltre un anno e mezzo dopo, i container contenenti i rifiuti tunisini. E non appena sbarcati dalla nave Martine A, entrata in porto dopo quattro giorni in rada, sono stati sottoposti a sequestro da parte delle forze dell'ordine. Carabinieri del Noe e Guardia di Finanza sono subito entrati in azione e fatto scattare i sigilli. I militari dell'Arma del Nucleo operativo ecologico guidati dal maggiore Giuseppe Capoluongo e le Fiamme Gialle del Nucleo di polizia economico e finanziario dirette dal tenente colonnello Claudio Molinari hanno atteso sulla banchina del porto di Salerno l'arrivo del portacontainer e avviato il sequestro probatorio relativo ai 213 container contenenti 6.390 tonnellate di rifiuti speciali di proprietà di Sviluppo risorse ambientali Srl.
Poco trapela dai primi accertamenti effettuati sui rifiuti che, ricordiamo, sono stati sequestrati per oltre un anno e mezzo al porto di Sousse in seguito alla decisione della magistratura tunisina che ha ipotizzato che i documenti e le autorizzazioni fossero falsi. Innanzitutto - stando a quanto emerso a vista - i sigilli originali dei container (le cosiddette piombature) sono tutti aperti e cambiati con altri usati per il viaggio di ritorno.
«Avevamo scritto sin dall'inizio del sequestro, oltre un anno fa - riferisce l'avvocato della Sra, Francesco Avagliano - di verificare questo aspetto. La piombatura originale è fondamentale per comprendere se il contenuto inviato dall'azienda che tutelo non sia stato toccato. Se davvero risulterà che le piombature sono tutte state tolte, vuole dire che chiunque può aver messo mano sul contenuto e questo è un atto gravissimo». Alle operazioni di sbarco, oltre alle forze dell'ordine, ai magistrati e alla Capitaneria di Porto, ha partecipato anche l'altro legale dell'azienda esportatrice, l'avvocato Francesco Saverio Dambrosio.
Le amministrazioni della Piana del Sele - ieri erano presenti numerosi sindaci al presidio - hanno deciso di tenere domenica mattina una manifestazione ed un corteo per dire ancora una volta no ai rifiuti nell'area di Persano e in genere nella Piana del Sele. Anche dal mondo militare giunge qualche preoccupazione: «I familiari dei militari in servizio nel comprensorio militare di Persano sono preoccupati per la loro salute», si legge nella missiva del sindacato Itamil Esercito Campania. «Si è appreso dagli organi di stampa - continua la nota - che stanno per essere stoccate tonnellate di rifiuti speciali provenienti dalla Tunisia nel Comprensorio militare di Persano, a poche centinaia di metri dalla caserma e dagli alloggi demaniali, dove abitano le famiglie dei militari. Per quanto tempo resteranno a Persano i container? La domanda preoccupa tutti i militari e soprattutto le loro famiglie».
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