L’accusa è di «comportamento antisindacale» e la denuncia arriva dalla segreteria provinciale della Cgil dopo il licenziamento di una dipendente da parte...
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Il provvedimento per la cessazione del rapporto di lavoro, per la Cgil è stato formalmente adottato dall’azienda perché «la dipendente – spiegano - non avrebbe rispettato l’obbligo di fumo all’interno di un’apposita area (di appena due metri per tre) allestita all’esterno dello stabilimento». Dal sindacato segnalano inoltre, che «prima del licenziamento e della sospensione di tre giorni senza retribuzione, le due dipendenti avevano già ricevuto due contestazioni da parte dell’azienda, notificate peraltro nello stesso giorno». Una coincidenza non casuale per la segreteria provinciale della Flai Cgil che punta il dito contro la Ortoromi. «Prima del licenziamento – racconta la dipendente licenziata – avevo subito soltanto un richiamo. Il regolamento aziendale prevede invece che ci siano tre richiami – spiega - poi l’ammonimento e infine il licenziamento. Per un comportamento analogo – aggiunge – finora un collega aveva subito soltanto una sospensione di un giorno». Un “diverso trattamento” che la lavoratrice addebita alla sua scelta di aderire al sindacato. «Subito dopo la mia iscrizione alla Flai Cgil – racconta – avevo subito degli spostamenti di reparto e un cambio mansioni, senza che mi venisse dato nessun tipo di formazione specifica». Spostamenti di reparto, ma anche colleghi che avevano cambiato il loro atteggiamento nei suoi confronti. «I colleghi avevano cominciato a non rivolgermi il saluto – conclude amareggiata la dipendente - un vero e proprio atteggiamento di straining dovuto alla mia appartenenza al sindacato». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino