Maria Grazia Martino uccisa dal rapinatore: «Troppo dolore, qui non siamo al sicuro»

Maria Grazia Martino uccisa dal rapinatore: «Troppo dolore, qui non siamo al sicuro»
Rabbia, sdegno e preghiera. Sono queste le tre parole chiave su cui riflette don Paolo Carrano, il parroco delle piccola chiesa di San Leonardo dove ieri si è tenuta una...

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Rabbia, sdegno e preghiera. Sono queste le tre parole chiave su cui riflette don Paolo Carrano, il parroco delle piccola chiesa di San Leonardo dove ieri si è tenuta una semplice ma partecipata funzione per dire addio a Maria Grazia Martino, l'anziana di 91 anni uccisa da un rapinatore «che riteneva essere un suo amico», sottolinea il sacerdote, mentre era in casa con la sorella Adele e il fratello Isidoro, quest'ultimo inchiodato a letto per una malattia. Il coro della parrocchia ha voluto cantare per Maria Grazia mentre, in prima fila, vi era la nipote che assisteva i tre anziani. La giovane donna non ha voluto commentare nulla, con grande partecipazione e dignità ha ascoltato le parole forti, ma al tempo stesso intrise di tanto amore, di don Paolo. «Chiediamo al Signore la forza per elaborare il lutto, per non chiuderci nel nostro dolore e nella rabbia per quanto accaduto. Questa chiesa ha riaperto dopo quattro anni, Maria Grazia era così contenta di questo... invece ora ci ritroviamo qui per salutarla perchè qualcuno ha posto fine alla sua vita in questa maniera così violenta», ha commentato don Paolo nella sua omelia. Parla della 91enne come di «una donna silenziosa, discreta, amabile e di buon cuore» e di «uno choc per tutta la comunità qui presente... cose di questo genere non devono succedere mai più... non solo qui ma nel mondo... non si possono trattare così le persone anziane».

«A noi il compito di pregare, ad altri quello di portare avanti le indagini e capire cosa sia successo quel giorno in quella casa», dice ancora don Paolo dal pulpito. Precisando: «Tutti ci presenteremo al tribunale del Signore, buoni e cattivi». Ma in sacrestia il suo volto dice altro: a distanza di oltre dieci giorni dalla tragedia consumata in quella abitazione a pochi passi dalla sua chiesa, il sacerdote resta ancora perplesso per quella violenza inaudita. Ma, soprattutto, è preoccupato per i suoi parrocchiani. È qui da soli sei mesi ma arriva da Picciola, altra periferia abbandonata di Pontecagnano Faiano, come San Leonardo. E il suo sconforto è tanto. «Prima della disgrazia - dice - avevo parlato con il primo cittadino, avevo chiesto più attenzione amministrativa e più sicurezza: a partire dalle strisce pedonali, perché questa strada qui avanti è a scorrimento veloce; a più illuminazione, perchè questa zona è buia dopo un certo orario; a maggiore sicurezza, perché da queste parti la gente non si sente sicura». Don Paolo fa suo il grido del quartiere: più sicurezza. E questo perché «ci sono stati una serie di furti nelle palazzine ex cooperative dei carabinieri. Qui ci sono molti anziani e dopo ciò che è accaduto hanno paura. Abbiamo cercato di organizzare un campo estivo per i bambini, quello che posso fare come sacerdote voglio farlo ma serve anche altro». Poi scuote la testa e dice: «abbiamo anche qui i cinghiali». Si gira verso la finestra, indica con il dito le palazzine prima della collina e commenta: «vengono da lì, abbiamo segnalato... ma nessuno dice niente». «Sicuramente - aggiunge - le indagini so che stanno andando avanti e piano piano si sta ricostruendo ogni singolo momento di quel terribile giorno». 

Don Paolo conosceva Maria Grazia, la sorella Adele e il fratello Isidoro. «Erano delle donne attive e indipendenti» racconta e poi subito si corregge: «Adele tornerà ad esserlo». È stato a trovarla in ospedale e «mi ha riconosciuto, questa cosa mi ha riempito di gioia in un momento così drammatico». Adele migliora, presto tornerà a casa, ma dovrà fare un percorso di recupero psicologico e (forse) bisognerà anche dirle che la sorella Maria Grazia non c'è più. Quando il sacerdote è stato da lei ancora non lo sapeva. La famiglia Martino, dice don Paolo, «è benvoluta da tutti qui perchè persone sulle quali non si è mai detto nulla e perché loro erano così lontani dalle chiacchiere inutili e superflue». 

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Il Mattino