«Ci sono voluti tanti anni, ma per la prima volta ho sentito un po’ di umanità in questa storia che ancora mi sembra assurda». Così Grazia Serra,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Grazia era una giovane studentessa universitaria quando dieci anni fa si è trovata dinanzi alla tragica morte di zio Franco. Ha trascorso anni che dovevano essere spensierati nelle aule dei tribunali a chiedere verità e giustizia. Insieme a lei mamma Caterina, sorella di Franco, papà Vincenzo e poi i tanti membri del Comitato verità e giustizia per Franco. «Ho incontrato l’infermiere Oricchio oggi in pensione - racconta Grazia - Nei suoi occhi ho visto tormento e pentimento. Noi non abbiamo mai avuto uno spirito vendicativo, volevamo che la morte di mio zio servisse per evitarne altre. Volevamo restituirgli la dignità che gli era stata tolta». La giovane Serra va oltre: «Non è stato facile incontrarlo e ascoltare il racconto di quelle ore. Mi è sembrato sincero, ora mi aspetterei le scuse anche degli altri. Le scuse di chi in questi anni ha provato a negare l’evidenza in modo vergognoso. Farebbe bene soprattutto alla loro coscienza perché mio zio ormai è morto e il dolore di questi anni non si potrà mai cancellare». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino