Camerota, Mingardina senza pace: la Soprintendenza ordina la sospensione di una parte dei lavori di messa in sicurezza

Proseguiranno solo le attività per liberare la strada occupata, il materiale roccioso risultante non può essere usato per la spiaggia sottostante

Una veduta del Mingardo dopo i primi interventi effettuati
Non c’è pace per il cantiere aperto per la messa in sicurezza della strada del Mingardo, a Marina di Camerota. La Soprintendenza per i beni archeologici e...

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Non c’è pace per il cantiere aperto per la messa in sicurezza della strada del Mingardo, a Marina di Camerota. La Soprintendenza per i beni archeologici e paesaggistici ha ordinato al sindaco Mario Scarpitta «l’immediata sospensione delle attività previste dalla recente ordinanza di somma urgenza per la messa in sicurezza della strada provinciale». 

Secondo quanto disposto dal soprintendente Raffaella Bonaudo, sono consentiti «solo gli interventi strettamente necessari e indifferibili per scongiurare - si legge nel provvedimento - i pericoli derivanti dalle attività in corso. Cioè, la sola rimozione chirurgica dei massi in imminente pericolo di crollo e la successiva pulizia della carreggiata dal materiale roccioso». La Soprintendenza vieta al primo cittadino ogni altra attività, «inclusa quella prefigurata di riutilizzo del materiale roccioso, quello finito sulla carreggiata, per la protezione della strada dall’erosione marina». Inoltre, il Comune di Camerota è stato diffidato a predisporre un «progetto di restauro paesaggistico dei luoghi che sono stati interessati dalle demolizioni, nel quale si potrà prevedere anche la collocazione dei materiali rocciosi a protezione della strada». Per questo progetto la Soprintendenza ha chiesto che lo stesso venga autorizzato dalle autorità competenti, «eventualmente attraverso una Conferenza di servizi». Insomma, i lavori per liberare la strada dai massi e per far crollare il macigno in bilico sul costone roccioso, possono proseguire, tutti gli altri interventi previsti dall’ordinanza di somma urgenza, a firma del sindaco, devono essere sospesi. L’impresa, che aveva ripreso gli interventi martedì scorso, dopo la sospensione imposta dal Parco, può proseguire nei lavori di pulizia della carreggiata, tenendo conto che il materiale roccioso non può trasferirlo lungo la costa sottostante. Nonostante i nuovi divieti, l’obiettivo non cambia: aprire la strada prima del week end di Pasqua. 

Dalla Procura di Vallo della Lucania non trapela nessuna notizia sull’indagine avviata per accertare, sembrerebbe, la regolarità dei lavori eseguiti, dall’apertura del cantiere fino alle esplosioni dei massi in bilico, avvenute due settimane fa. Anche la Soprintendenza ha evidenziato l’illegittimità delle opere eseguite, imponendo il progetto di riqualificazione del sito, tra i più protetti del Parco Nazionale del Cilento. Rispetto alle esplosioni Scarpitta precisa: «Abbiamo impiegato un esplosivo ad impatto zero, nessun danno all’ambiente». Sembrerebbe che il comune abbia dato mandato ad alcuni avvocati di individuare chi ha parlato di tritolo. 


 

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Il Mattino