Addio a Enrico Giovine, il principe del foro fu anche amato sindaco di Battipaglia

Era stato riferimento della Democrazia cristiana battipagliese e salernitana, dopo l’esperienza giovanile in Azione Cattolica. La fascia tricolore l’aveva indossata tra il 1977 e il 1981

Enrico Giovine in una delle ultime apparizioni pubbliche
Da ieri pomeriggio, quando la notizia della scomparsa dell’avvocato ed ex sindaco Enrico Giovine si è diffusa in città, Battipaglia piange commossa la perdita...

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Da ieri pomeriggio, quando la notizia della scomparsa dell’avvocato ed ex sindaco Enrico Giovine si è diffusa in città, Battipaglia piange commossa la perdita di un uomo considerato unanimemente un signore. Del resto, era Giovine stesso a dirlo, anno dopo anno, che il tempo rimastogli a disposizione era ormai molto poco: «Faccio quel che posso, purtroppo l’età c’è», ripeteva sovente. Di anni, in effetti, ne aveva vissuti molti: 91, secondo l’anagrafe. Molti meno per la lucidità con cui, anche in tempi recenti, ricordava i dettagli di una vita certamente non piatta.

Non era raro assistere a incredibili sfoggi di memoria, tra date, personaggi, passi di libri recitati a menadito, salvo poi vederlo rintanarsi dietro l’umiltà: «Mi dovete scusare - ripeteva spesso - io ho un’età, la memoria purtroppo mi difetta». Non di rado, con sortite sempre condite da eleganza e stile, Giovine sollevava la veste del tempo: ora ricordando l’intitolazione della villa comunale di via Belvedere alla scorta di Aldo Moro, ora ricordando l’occasione per lo stadio Pastena di diventare centro federale, ora ricordando il caso di Lorenzo Rago, il sindaco battipagliese desaparecido. Eppure, Giovine non aveva svolto un’attività politica particolarmente lunga. Era stato, certamente, un riferimento della Democrazia cristiana battipagliese e salernitana, dopo l’esperienza in Azione Cattolica, in cui era entrato sin dalla giovane età. La fascia tricolore l’aveva indossata in un periodo particolarmente difficile. Quello a cavallo del terremoto dell’Irpinia, tra il 1977 e il 1981.

Erano i tempi in cui il Consiglio comunale eleggeva il primo cittadino: lui ci riuscì nell’ottobre del ‘77 e, nuovamente, nel luglio dell’80. La sua esperienza, tuttavia, non era destinata a finire qui. Nel luglio del 1990, il Consiglio comunale decise di affidargli nuovamente le redini della città, che conservò fino al maggio del 1991. Furono gli anni in cui, peraltro, la città veniva segnalata tra le prime 100 per sviluppo economico. Non fu solo politico di spicco, ma anche legale che, nel corso della sua attività, ha influenzato l’attività di molti professionisti, come dimostrano le decine di attestati di stima di queste ore. Lo ha ricordato, tra gli altri, la Camera Penale Salernitana, che «piange commossa la scomparsa dell’Avvocato Enrico Giovine, Uomo colto, Avvocato preparato, esempio di correttezza, onestà, umiltà, professionale e Gentiluomo d’altri tempi». Anche l’Associazione Avvocati Salerno Sud: «Non c’è avvocato del foro salernitano che non conoscesse “Don Enrico”, noto per la sua estrema correttezza e per la sua grande preparazione». Le esequie saranno celebrate oggi, alle 10, presso la chiesa Santa Maria della Speranza. Giovine, poi, compirà il suo ultimo viaggio alla volta di Pisciotta, dove sarà tumulato.


 

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Il Mattino