La giornata lavorativa degli schiavi iniziava alle 5 del mattino. Era l'ora della sveglia, come ha raccontato uno dei migranti extracomunitari sfruttati dalla cricca dei...
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Una ventina, infatti, gli imprenditori agricoli coinvolti nell'inchiesta della Dda (pm Rocco Alfano) che, secondo le accuse, si sarebbero messi a disposizione del sodalizio criminale sia per l'effettuazione delle domande flussi (su richiesta dell'Hassan) finalizzate all'assunzione fittizia come braccianti agricoli presso le loro aziende di extracomunitari richiedenti il permesso di soggiorno, ma anche come richiedenti - sempre ad Hassan - per l'impiego illegale o a nero di braccianti agricoli sottopagati o non pagati ed avviati illegalmente al lavoro e controllati attraverso i caporali del sodalizio criminale. Ad essere formalmente delegato dagli imprenditori, alla trattazione amministrativa presso gli uffici competenti di tutte le pratiche, era il commercialista Pasquale Infante che seguiva personalmente o attraverso il suo studio commerciale tutte le pratiche di interesse dell'associazione, ricevendo da Hassan le informazioni necessarie riguardanti le domande flussi «ideologicamente false», come scrive il gip Giovanna Pacifico nell'ordinanza, e gli esiti parziali e definitivi delle stesse, in modo da permettere all'organizzazione di richiedere a tutti i soggetti che avevano fatto domanda di un permesso di soggiorno, il pagamento di quanto dovuto all'associazione in cambio dell'illegale ingresso in Italia e del permesso temporaneo di soggiorno. Era in Marocco che era stato organizzato una sorta di collocamento irregolare dove si incassavano i soldi (dai 5 ai 12mila euro per il viaggio regolare) prima di raggiungere l'Italia ma anche Francia o Belgio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino