Piscina Vitale, l'esperto: «Può esserci ancora legionella»

Anche la mancanza dell'acqua calda per le docce all'interno degli spogliatoi aveva fatto discutere e non poco

La piscina Vitale
Tiene ancora banco il caso degli impianti sportivi comunali allo sbando a Salerno. I fari sono sempre puntati sulla piscina Simone Vitale del lungomare Tafuri: una polemica che...

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Tiene ancora banco il caso degli impianti sportivi comunali allo sbando a Salerno. I fari sono sempre puntati sulla piscina Simone Vitale del lungomare Tafuri: una polemica che non accenna a placarsi in merito ai problemi che vive la struttura. Nell'ultimo anno una vera e propria corsa ad ostacoli per il suo utilizzo che ha fatto storcere il naso a molti. Nei giorni scorsi i malfunzionamenti hanno messo in moto la macchina social delle critiche ma anche l'amministrazione di palazzo di città che si è messa a lavoro da subito per cercare soluzioni tampone per permettere alle società - soprattutto agonistiche - di usufruire della struttura per allenamenti e gare. Impianto che ha fatto i conti anche con il caso legionella.

A tornare sull'argomento è il coordinatore cittadino di Europa Verde Salerno nonché professionista del settore della depurazione delle acque, Raffaele Di Noia, che avanza dubbi soprattutto in merito all'unità di trattamento dell'aria e della condensa che aveva costretto gli arbitri delle gare di pallanuoto a sospendere partite per la scarsa visibilità. Anche la mancanza dell'acqua calda per le docce all'interno degli spogliatoi aveva fatto discutere e non poco. Dall'ente di via Roma avevano assicurato la risoluzione almeno di uno dei problemi.

Di Noia però entra a gamba tesa sul campo del dibattito: «Da tecnico del settore - si chiede scettico - non capisco quale correlazione abbia il sistema dell'acqua sanitaria con l'Uta, come dichiarato all'amministrazione comunale. Si tratta di due sistemi distinti e separati sui quali non si dovrebbe fare confusione. Il vero problema è che, ad oggi, non si sa ancora come sia stato trattato il problema della legionella, da cui è partito tutto il caso a novembre scorso e che potrebbe ancora oggi essere in circolo».

Di Noia spiega, dal punto di vista tecnico, i motivi della sua preoccupazione: «La legionella prolifera tra i 35 a 45 gradi centigradi. Al di sotto di queste temperature il batterio rimane dormiente. Gli interventi che il Comune afferma di aver fatto supponiamo siano stati effettuati sui boiler e su tutti i punti d'uso dell'acqua. Avendo oggi temperature che non arrivano ai 35 gradi, la nostra paura è che la legionella possa essere ancora presente sebbene non attiva». Poi la provocazione: «Come pensa il Comune di Salerno di risolvere il problema della prevenzione all'interno di una struttura comunale? - si chiede infine - Cosa ne pensa l'Arpac, ente deputato al controllo della previsione del rischio sulla struttura? Attendiamo fiduciosi risposte, per il bene dei cittadini e degli atleti delle squadre sportive che torneranno a breve in vasca».
 

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Il Mattino