Pomodoro con pesticidi fuorilegge: è caccia ad altre partite infette

Pomodoro con pesticidi fuorilegge: è caccia ad altre partite infette
Prosegue, perché non ancora conclusa, l’inchiesta condotta dal sostituto procuratore a Nocera Inferiore, Angelo Rubano, nei riguardi di un’azienda conserviera...

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Prosegue, perché non ancora conclusa, l’inchiesta condotta dal sostituto procuratore a Nocera Inferiore, Angelo Rubano, nei riguardi di un’azienda conserviera di Nocera Superiore, destinataria di un sequestro preventivo con urgenza di una partita di semilavorato di pomodoro di 821 tonnellate, proveniente dall’Egitto e dal valore di circa 1 milione di euro. Stando ai primi elementi d’indagine, la merce sequestrata risulterebbe essere interessata dalla contaminazione di pesticidi, presenti in misura maggiore a quanto consentito. Al punto da rappresentare un «concreto rischio di nocività per la salute umana». Sullo sfondo c’è il lavoro dei carabinieri del Nucleo per la tutela agroalimentare. A seguito del sequestro, i titolari dell’azienda, due fratelli, sono indagati per frode in commercio e commercio di sostanze alimentari nocive.



L’azienda è rappresentata dai difensori Giovanni Annunziata e Agostino De Caro, che al momento non hanno inteso rilasciare dichiarazioni. Tuttavia, sono già al lavoro riguardo le contestazioni mosse. Le indagini nei riguardi dell’azienda sono ancora in corso, con attività specifiche legate non solo ai reati contestati, ma anche a circostanze di altra natura. Al vaglio ci sono anche i telefoni cellulari sequestrati dall’organo inquirente, in ragione di una serie di elementi acquisiti nelle fasi precedenti al sequestro. Inoltre, la Procura attende di conoscere i risultati dei campioni del materiale per le analisi. La merce era stoccata in migliaia di fusti metallici contenenti ognuno mediamente 250 chili di prodotto, in attesa di essere lavorata e confezionata, solitamente in barattoli e tubetti di diversi formati, per essere poi collocata sul mercato - prevalentemente estero - sempre come doppio o triplo concentrato di pomodoro. Alcune centinaia di tonnellate erano state commercializzate già sul mercato delle Maldive e in Germania. Questa attuale fase dell’inchiesta ha registrato anche il commento di Anicav, associazione a tutela delle imprese del pomodoro: «Ribadiamo la massima fiducia negli inquirenti che avranno il compito di chiarire quanto accaduto e se, effettivamente, il prodotto, momentaneamente vincolato e destinato a paesi esteri, sia illegale.

La stessa fiducia va riposta nell’azienda coinvolta che avrà sicuramente l’opportunità di fare piena luce sulla vicenda. Ci auguriamo che i campioni vengano analizzati rapidamente in modo che tutto possa concludersi in tempi brevi per evitare ogni speculazione che, come purtroppo spesso accade, dando per scontati esiti ancora in corso di accertamento senza attendere i risultati delle indagini e dei riscontri scientifici, rischiano di avviare pericolosi processi mediatici che gettano una cattiva luce sul comparto della trasformazione del pomodoro. Rinnoviamo l’impegno a favore della massima trasparenza a tutela della salute dei consumatori, così come testimoniato negli anni anche dalle posizioni assunte a sostegno dell’introduzione dell’etichettatura di origine obbligatoria per tutti i derivati del pomodoro».

 

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Il Mattino