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Prosegue, perché non ancora conclusa, l’inchiesta condotta dal sostituto procuratore a Nocera Inferiore, Angelo Rubano, nei riguardi di un’azienda conserviera di Nocera Superiore, destinataria di un sequestro preventivo con urgenza di una partita di semilavorato di pomodoro di 821 tonnellate, proveniente dall’Egitto e dal valore di circa 1 milione di euro. Stando ai primi elementi d’indagine, la merce sequestrata risulterebbe essere interessata dalla contaminazione di pesticidi, presenti in misura maggiore a quanto consentito. Al punto da rappresentare un «concreto rischio di nocività per la salute umana». Sullo sfondo c’è il lavoro dei carabinieri del Nucleo per la tutela agroalimentare. A seguito del sequestro, i titolari dell’azienda, due fratelli, sono indagati per frode in commercio e commercio di sostanze alimentari nocive.
L’azienda è rappresentata dai difensori Giovanni Annunziata e Agostino De Caro, che al momento non hanno inteso rilasciare dichiarazioni.
La stessa fiducia va riposta nell’azienda coinvolta che avrà sicuramente l’opportunità di fare piena luce sulla vicenda. Ci auguriamo che i campioni vengano analizzati rapidamente in modo che tutto possa concludersi in tempi brevi per evitare ogni speculazione che, come purtroppo spesso accade, dando per scontati esiti ancora in corso di accertamento senza attendere i risultati delle indagini e dei riscontri scientifici, rischiano di avviare pericolosi processi mediatici che gettano una cattiva luce sul comparto della trasformazione del pomodoro. Rinnoviamo l’impegno a favore della massima trasparenza a tutela della salute dei consumatori, così come testimoniato negli anni anche dalle posizioni assunte a sostegno dell’introduzione dell’etichettatura di origine obbligatoria per tutti i derivati del pomodoro».
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Il Mattino