Ravello, Scurati si dimette prima ancora di cominciare dopo lo scontro con De Luca

Ravello, Scurati si dimette prima ancora di cominciare dopo lo scontro con De Luca
Non c'è pace per Ravello. «Mi sono bastati, purtroppo, pochi giorni per accertare che i soci fondatori della Fondazione Ravello non rispettano la libertà...

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Non c'è pace per Ravello. «Mi sono bastati, purtroppo, pochi giorni per accertare che i soci fondatori della Fondazione Ravello non rispettano la libertà intellettuale e ignorano i valori della cultura. Da uomo di cultura e, soprattutto, da uomo libero, scelgo di rassegnare le mie dimissioni dalla carica di presidente. Le dimissioni, spontanee e irrevocabili, hanno valore immediato»: parole di Antonio Scurati in una lettera spedita ieri sera alla Fondazione Ravello, di cui avrebbe dovuto prendere la guida, dopo un accordo, non poco faticato, tra il governatore De Luca e il sindaco Salvatore Di Marino. E dopo la nomina, durata appena qualche giorno, di Francesco Maria Perrotta, reo, anche lui, di non aver seguito le indicazioni del governatore.


Già perché le dimissioni dello scrittore vincitore del Premio Strega 2019 arrivano dopo uno scontro a distanza con De Luca. Giovedì scorso l'annullamento improvviso - «per sopravvenuti impegni di alcuni partecipanti» - della conferenza stampa di lancio del «Ravello festival 2021», disegnato dal direttore artistico Alessio Vlad. In realtà il cdi della Fondazione Ravello e il presidente della Regione Campania non avevano gradito l'inserimento nel programma, legato alla musica dal nuovo statuto, di incontri con il ministro della salute Speranza e con Roberto Saviano, notoriamente non proprio «simpatici» a De Luca. Che lo ha confermato ieri durante la sua abituale diretta Facebook: «Le indicazioni della Regione Campania sono molto semplici: le iniziative che si mettono in piedi devono essere coerenti con la natura dei festival o delle fondazioni; non si possono fare cose estemporanee che non c'entrano niente». La parola Ravello non viene mai pronunciata, ma il destinatario della ramanzina è chiaro: «Gli eventi che si propongono non devono essere segnati da conflitti di interesse da parte di chi li propone. Tutto quello che finanzia la Regione non deve essere un'occasione per promuovere un sistema di relazioni personali o passare qualche giorno di ferie a spese della Regione ma devono essere eventi fatti nella più assoluta trasparenza... Siamo in una stagione nella quale sono in movimento tanti enti, tante fondazioni, tante rassegne; le regole da rispettare per tutti sono quelle che vi ho ricordato, se no si prende conto che non c'è coincidenza di obiettivi e ci si separa. Niente di particolarmente drammatico».


Non sarà drammatico, ma la Fondazione Ravello è di nuovo senza presidente, e Scurati twitta: «A nessuno deve essere proibito di intervenire in pubblico da un'istituzione italiana. Nel caso, andiamolo a spiegare all'estero che l'autore di M non può invitare l'autore di Gomorra a parlare ad un festival».


E Saviano rincara la dose twittando anche lui: «De Luca blocca la mia presenza al Ravello Festival. Nessun problema, don Vicie', non ci sarò... arripigliateve tutte chello che è o vuosto. Adesso è tornato nelle vostre mani, non tenete pensieri. Non c'è nessun problema, non vengo». E con un video denuncia: «Saviano non esiste, va cancellato... Credo che Don Vincenzo abbia fatto così... Considera la Campania un suo regno. In breve: sono stato invitato al Festival di Ravello. Il cda propone gli ospiti e poi il cdì, il comitato di indirizzo composto da figure politiche amiche di De Luca... Io sarei andato a titolo gratuito, anche se gli ospiti di un Festival andrebbero pagati». E, ancora: «I festival culturali sono sempre più determinati dalla politica: Italia, cultura, amici, amichetti, paranze...».


Ma da Ravello si risponde per le rime, con un comunicato che nega l'esistenza di «martiri del pensiero», precisando che il cda e il cdi «organi statutariamente competenti, non soltanto non si sono espressi in ordine all'approvazione del programma di incontri fra lo stesso Scurati, Stefano Boeri, Speranza e Saviano, ma non sono mai stati interpellati in argomento dal presidente. Non risponde al vero, come può rilevarsi dalla registrazione audio video della seduta consiliare del giorno 14 giugno scorso, che il prof. Scurati abbia proposto al cda tale suo personale programma, così come non risponde al vero che esso sia stato bloccato dal cdi per motivi legati al gradimento politico. La politica non c'entra, né c'entrano questioni di merito inerenti ai rispettabili ospiti ipotizzati, rilevando invece una questione di correttezza del metodo e di democraticità delle decisioni. Semplicemente l'ex presidente della Fondazione Ravello, scavalcando ruoli e funzioni istituzionali, ha tentato di imporre al direttore generale, senza alcuna precedente informativa agli organi della fondazione e senza alcuna deliberazione collegiale, un ciclo di dibattiti fuori dalla programmazione del festival ritualmente approvata sulla base della relazione del direttore artistico». Ravello anno zero, oggi si ricomincia.
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Il Mattino