Rifiuti dalla Tunisia, la rivolta dei trecento: «Qui a Serre non li vogliamo»

Rifiuti dalla Tunisia, la rivolta dei trecento: «Qui a Serre non li vogliamo»
Le aziende agricole della Piana del Sele, coi loro trattori, sono al fianco dei cittadini che protestano per la collocazione a Persano dei rifiuti di ritorno dalla Tunisia....

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Le aziende agricole della Piana del Sele, coi loro trattori, sono al fianco dei cittadini che protestano per la collocazione a Persano dei rifiuti di ritorno dalla Tunisia. È un segnale importante quello che è giunto ieri mattina a Serre, durante la manifestazione di protesta organizzata nei pressi di quella rotatoria dove potrebbero passare i 213 container oggi nel porto di Salerno. Questo diventa il luogo simbolo, con un presidio quotidiano ormai da giorni. Ed ora anche il mondo della terra, gli agricoltori della Piana del Sele si mobilitano per scongiurare l'arrivo dei rifiuti a Persano, temendo pericolose contaminazioni. Ieri mattina oltre trecento persone erano lì a manifestare per il no, a respingere questa decisione assunta e non condivisa. C'erano cittadini e con essi associazioni ambientaliste, famiglie, giovani. E con loro le Istituzioni, con i primi cittadini di Serre, Franco Mennella, Altavilla Silentina, Francesco Cembalo, di Eboli, Mario Conte, di Battipaglia, Cecilia Francese. Quindi gli onorevoli Federico Conte e Cosimo Adelizzi. Ma soprattutto c'era la voce delle persone. 

I sindaci di Serre ed Altavilla hanno sottolineato come stiano già fioccando le disdette degli ordini per le mozzarelle, dal momento che poco distante dal sito di stoccaggio di Persano vi sono i caseifici, ma disdette sono arrivate anche per le prenotazioni sul territorio paestano. Conseguenze già in itinere e ancora nulla è ancora giunto sul posto. Il primo cittadino di Altavilla ha invece ricordato come accanto a quel sito vi è una preziosa fonte idrica utilizzata per l'irrigazione dei campi della Piana. Ed i rischi per una eventuale presenza di quei rifiuti sono molti. Intanto proprio le amministrazioni hanno richiamato fortemente la necessità di costituire una unione dei Comuni della Piana del Sele per far fronte comune non solo su questo tema ambientale, che oggi diventa preponderante, ma per ogni azione che riguarda il territorio. Lo hanno rilanciato in particolare i sindaci di Eboli e Battipaglia, trovando piena condivisione negli altri. «Dobbiamo interloquire con una sola voce - dice la sindaca Francese - È necessario costruire una unione, un coordinamento. Siamo un'area con più di 200 mila abitanti».

Intanto, proprio sulla costituzione di un coordinamento ed un tavolo permanente fra tutti i sindaci, a tutela della Piana del Sele da ogni ulteriore smaltimento dei rifiuti, il consiglio comunale di Eboli si è espresso, evidenziando come il territorio della Piana sia saturo di immondizia, da Parapoti, a Macchia Soprana, a Basso dell'Olmo e poi i due impianti di Eboli e Battipaglia. Una condizione che mette l'area lontano da una ipotesi di collocazione di altri rifiuti. Le prospettive per il futuro, che in questo momento difficile vede una grande compattezza istituzionale ed una unione di intenti, vanno di pari passo con la realtà di oggi. Si è in attesa, infatti, che si definisca in Cassazione la competenza a trattare l'inchiesta su quei rifiuti che restano nel porto di Salerno. Questo dà ancora un margine di qualche giorno. La decisione su Persano sarebbe motivata dalla necessità di avere un luogo sicuro dove poter fare la caratterizzazione, per verificare cioè cosa ci sia davvero in quei container. A quanto riferisce il sindaco di Serre, una caratterizzazione a campione, per una trentina di container rispetto ai 213. E il resto? «Abbiamo fatto un esposto sulla base della legge quadro dice - I siti di stoccaggio sono temporanei e il nostro sito ha ecoballe da 14 anni, quindi per una legge dello Stato è una discarica abusiva vera e propria. Chiediamo che venga rispettata la legge e quel sito non può essere utilizzato da caratterizzazioni o stoccaggi vari». E lancia l'appello a tutti i sindaci che rientrano nella Riserva del Sele-Tanagro perchè lavorino affinchè «le aree non siano più interessate da rifiuti. Qui non ci vogliamo più niente», chiosa. 

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Il Mattino