Rifiuti tunisini ancora in stallo a Persano, è polemica: «Ordinanze scadute»

A denunciarlo è il consigliere ebolitano Cardiello: «Indecente». Tunisia pronta a rispedire anche le ceneri dei container andati a fuoco

I rifiuti stoccati a Persano
Sono ancora nell’area militare di Persano, a Serre, i rifiuti tornati in Campania dalla Tunisia oltre due anni fa. Monta la protesta da parte di cittadini e politici....

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Sono ancora nell’area militare di Persano, a Serre, i rifiuti tornati in Campania dalla Tunisia oltre due anni fa. Monta la protesta da parte di cittadini e politici. Portavoce del malessere generale è il consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Eboli, Damiano Cardiello «Trovo assurda questa situazione - ha affermato il consigliere - le ordinanze della Provincia sono scadute e non possono essere più prolungate e le promesse non sono state mantenute. I rifiuti sono ancora tutti nell’area militare di Persano, altro che pochi mesi per toglierli. Abbiamo accolto il ministro Lollobrigida nella nostra Piana del Sele parlando di turismo, ambiente, prodotti locali e invece l’immagine del nostro territorio è quella dello scaricabarile sui rifiuti». Le ordinanze di stoccaggio dei rifiuti contenuti in 212 container ritornati dall’Africa sono tre, l’ultima è scaduta a inizio ottobre. Tuttavia secondo quanto sostenuto dal presidente della Provincia, Franco Alfieri «il periodo di sequestro non viene considerato ai fini della scadenza dell’ordinanza, pertanto il termine è prorogato in quanto è intervenuta una sospensione». Quindi - come confermato anche dagli uffici tecnici e di custodia giudiziale della Regione Campania - occorre attendere i tempi della Procura di Potenza per capire quando e come smaltire i rifiuti. Questo anche in considerazione del fatto che le operazioni di caratterizzazione sono tuttora in corso e che manca l’analisi merceologica dei rifiuti da confrontare con quella collegata dalla Sra - l’azienda di Polla che ha inviato i rifiuti in Tunisia - all’autorizzazione transazionale. 

La Sra dopo aver acquisito un contratto tra una società calabrese e una tunisina (la Soreplast) ha inviato oltre 250 container di rifiuti indifferenziati (soprattutto plastica) in quattro viaggi. Dopo lo sbarco del primo, gli altri tre sono stati sequestrati per autorizzazioni irregolari e i rifiuti parcheggiati al porto di Sousse in Tunisia per due anni. In seguito a un braccio di ferro internazionale 212 container sono stati restituiti all’Italia e stoccati a Persano, il primo carico invece è andato in fiamme. In Tunisia ci sono state già delle condanne a carico delle persone arrestate, in Italia invece sono dieci le persone indagate dalla Dia di Potenza. Coi rifiuti in stallo il fronte torna a scaldarsi. Cosa che potrebbe accadere anche in Tunisi dove starebbe circolando un dossier sui rifiuti bruciati e sui mancati pagamenti al porto di Sousse.

Da quanto trapela sarebbe forte l’intento di inviare in Italia le ceneri dei container andati in fiamme e di richiedere il pagamento di diversi milioni di euro per la permanenza dei container al porto.
 

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Il Mattino