Salerno, gonfiava la busta paga: condannato ex impiegato farmacie

Salerno, gonfiava la busta paga: condannato ex impiegato farmacie
Deucentosessantamila euro. È quanto deve restituire Tullio Tancredi, responsabile del settore paghe del Consorzio farmaceutico intercomunale di Salerno all'ente...

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Deucentosessantamila euro. È quanto deve restituire Tullio Tancredi, responsabile del settore paghe del Consorzio farmaceutico intercomunale di Salerno all'ente pubblico per il quale ha lavorato e che gestisce le farmacie comunali di Salerno, Scafati, Cava de' Tirreni, Eboli, Baronissi e Capaccio. Lo hanno decretato i giudici della Corte di Conti (collegio costituito dal presidente Michael Sciascia, a latere Robert Schulmers Von Pernwerth e Benedetta Cossu) condannandolo al pagamento di 229mila euro a titolo di danno erariale e 30mila a titolo di danno di servizio. Secondo la procura regionale della Corte dei Conti, difatti, Tancredi, dal 2007 al 2015, avrebbe gonfiato le proprie buste paga firmando bonifici contraffatti. Cambiava gli ultimi numeri dei conti per impedire di risalire a lui.


Per lo stesso reato - contestatogli questa volta dalla procura ordinaria - Tullio Tancredi è in attesa di rito abbreviato che sarà celebrato alla ripresa delle attività giudiziarie dinanzi al gup Marilena Albarano. In quella circostanza si capirà anche quanto chiederà, in termini di pena, la procura.
 
Fu il presidente Michele Inserra, nel marzo del 2016 a denunciate Tancredi ed altri dipendenti che, a suo avviso, sarebbero stati «infedeli». Proprio l'ex capo del settore paghe fu denunciato dal consiglio di amministrazione per furto ai danni del Consorzio. L'individuazione di Tancredi avvenne dopo che, nel 2014, la direzione generale decise di controllare, voce per voce, tutti i conti dell'ente. In quella circostanza furono messi altri due provvedimenti di licenziamento nei confronti di magazzinieri che avrebbero, invece, rubato farmaci dai depositi annessi alle farmacie comunali gestite dal Consorzio.

Secondo le accuse formulate dalla procura di Salerno nell'avviso di garanzia, che gli è stato notificato a fine 2017, l'indagato avrebbe sottratto la somma di denaro dal conto corrente del consorzio di cui aveva le password per effettuare - nella sua qualità di dipendente - bonifici online relativi alle retribuzioni da erogare a tutto il personale. Inoltre avrebbe alterato (falsificandole) le cifre dei bonifici effettuati sul proprio conto corrente in modo da farle coincidere - dopo aver ricevuto sui propri conti gli importi maggiorati - con gli importi complessivi che avrebbe dovuto ricevere legittimamente quali emolumenti. Bonifici alterati che poi lui stesso sottoponeva alla firma degli allora direttori del Consorzio (individuati dalla procura quali parti lese) così come faceva per i bonifici relativi agli stipendi di tutti gli altri dipendenti. Emolumenti retribuiti come dovuti e che non venivano ritoccati a rialzo. Anzi). I reati che gli vengono contestati, secondo quanto accertato nel corso delle indagini, sarebbero stati commessi a Salerno - dove ha sede il Consorzio - tra maggio 2007 ed agosto 2015.

Proprio in attesa del pronunciamento della Corte dei Conti, alla cui procura regionale il fascicolo è stato trasmesso da Salerno, contestualmente all'avviso di conclusione delle indagini preliminari, fu disposto a carico dell'ex dipendente del consorzio farmaceutico, anche il sequestro preventivo per equivalente per una somma parziale rispetto a quanto, secondo le accuse, avrebbe lucrato. Ora che è arrivata la condanna, invece, dovrà restituire le somme che sono state quantificate dai giudici contabili.


Si tratta soltanto di una delle tante inchieste che ha visto impegnata la procura di Salerno sul Consorzio farmaceutico. Una prima indagine vide a processo alcuni ex vertici per ipotesi di false comunicazioni di bilancio mentre una seconda ipotizzava un presunto occultamento della reale situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell'ente attraverso una valutazione eccessiva del valore delle merci in giacenza. Anche nel 2015, quando le due inchieste erano già note, ci fu un'ulteriore acquisizione di atti da parte delle forze dell'ordine su disposizione della magistratura salernitana. E, ancora prima (2014) venne alla luce l'inchiesta sulla gestione (dal 2006 al 2012) del Cofaser, il consorzio che raggruppava alcune farmacie dell'Agro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino