Trasporto scolastico a Battipaglia, approvate le tariffe che agevolano i nuclei a basso reddito e le famiglie con più figli

Previste sette fasce di reddito Isee: quella che parte da zero e arriva fino a 5mila euro però non prevede un contributo, né per il primo né per l'eventuale secondo figlio

Il servizio di trasporto scolastico
Cambiano le tariffe del trasporto scolastico a Battipaglia, che adesso prestano maggiore attenzione alle famiglie meno agiate. La giunta ha infatti approvato le tariffe che...

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Cambiano le tariffe del trasporto scolastico a Battipaglia, che adesso prestano maggiore attenzione alle famiglie meno agiate. La giunta ha infatti approvato le tariffe che entreranno in vigore a partire dall’anno scolastico 2023/2024, agevolando le famiglie meno abbienti e pesando maggiormente su quelle con redditi più elevati. Le nuove tariffe, approvate nell’ambito delle attività previste per il nuovo bilancio comunale, adesso prevedono complessivamente sette fasce di reddito Isee: quella che parte da zero e arriva fino a 5mila euro non prevede un contributo, né per il primo né per un eventuale secondo figlio.

Sale a dieci euro, sia per il primo che per il secondo figlio, il contributo dovuto dalle famiglie con redditi superiori a 5mila euro fino a 10mila euro. Le famiglie che si attestano tra i 10mila e i 15mila, invece, pagano 15 euro per il primo figlio e 10 euro per tutti gli altri. Lo stesso criterio è applicato anche per la fascia successiva, quella tra 15mila e 20mila euro, che dovranno pagare 20 euro per un solo studente e 15 euro per gli ulteriori fruitori. Dai 20mila ai 25mila, invece, l’abbonamento del primo figlio costerà 25 euro, mentre per i successivi costerà 20 euro. Sale a 35 euro il contributo per le famiglie con redditi compresi tra 25mila e 35mila euro, mentre per i figli ulteriori si dovranno corrispondere 25 euro. Per l’ultima fascia, quella dei redditi superiori ai 35mila euro, l’abbonamento costerà 50 euro per i primi figli e 35 euro per i successivi. Un cambio rispetto al recente passato e un ritorno al passato remoto.

Dal 2015 al 2018, infatti, il costo degli abbonamenti era suddiviso in sei fasce di reddito, che partivano sempre dalla gratuità prevista per i redditi più bassi, da zero a 5mila euro, a un massimo di 30,10 euro per i redditi Isee superiori ai 18mila euro. Dal 2019, e sino a 2022, in virtù dell’aumento dei costi, fermo restando le sei fasce di reddito, gli abbonamenti aumentarono decisamente: da un minimo di 5 euro, per i redditi più bassi, a un massimo di 35 euro. Quella attuata dall’amministrazione, quindi, rappresenta una vera e propria ridistribuzione delle tariffe. In questo modo, secondo gli uffici comunali, dovrebbe essere comunque assicurata «la integrale copertura dei costi, ivi compresi gli oneri di ammortamento tecnico-finanziario». Come in passato, comunque, le famiglie avranno anche la possibilità di acquistare abbonamenti frazionati, con tariffe ridotte del 50%, nei mesi di settembre, gennaio e giugno o per altre particolari situazioni contingenti documentabili.

 

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Il Mattino