Sigaro Toscano a rischio: «Secoli di storia che dobbiamo salvare»

La storica Manifattura a rischio alla luce delle nuove normative europee sui prodotti del tabacco

Cava de' Tirreni, la storica fabbrica del Sigaro Toscano
Il piacevole profumo di anice, limoncello, caffè e cioccolato, che si leva dalla manifattura tabacchi di Cava de' Tirreni per aromatizzare il famoso Sigaro Toscano, da...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il piacevole profumo di anice, limoncello, caffè e cioccolato, che si leva dalla manifattura tabacchi di Cava de' Tirreni per aromatizzare il famoso Sigaro Toscano, da qualche settimana sembra avere un sapore leggermente diverso. Sullo stabilimento di via Pasquale Atenolfi da un po' è tornato ad aleggiare un velo di preoccupazione per il futuro, poiché su di esso pende una vera e propria spada di Damocle: la nuova direttiva europea sui prodotti del tabacco. L'opificio di Cava rischia seriamente di chiudere i battenti qualora passassero alcuni provvedimenti all'esame della Commissione europea, tra cui il divieto di produrre sigari aromatizzati e l'aumento delle accise. Da mesi a Bruxelles si sta lavorando per rivedere alcune norme contenute nella direttiva in vigore dal 2014, con l'obiettivo di contrastare la diffusione delle sigarette elettroniche tra i giovani. In particolare, all'esame della Commissione Europea c'è anche l'ipotesi di estendere ai tutti i prodotti a tabacco riscaldato il divieto di aromi caratterizzanti e le norme sull'etichettatura che attualmente vigono sulle sigarette. Gli stati membri non potranno più concedere esenzioni.

La nuova direttiva, che dovrebbe essere presentata da qui a poche settimane, penalizzerebbe notevolmente l'attività produttiva di Manifatture Sigaro Toscano mettendo in ginocchio lo stabilimento di Cava de' Tirreni in cui vengono prodotti i celeberrimi toscanelli dagli aromi più vari, dal caffe, al limoncello dalla Costa d'Amalfi, passando dalla grappa all'anice fino al cioccolato. Un altro elemento che potrebbe destabilizzare la produzione e soprattutto l'export del sigaro toscano è l'aumento delle accise, che potrebbe passare dai 15 euro attuali ai 120 euro al chilo. Quanto si sta discutendo a Bruxelles sta destando non poca preoccupazione tra le maestranze della manifattura tabacchi di via Atenolfi. «Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare che l'Europa getti all'aria, oltre a centinaia di posti di lavoro, secoli di storia ha commentato Aniello Garone, della Fai Cisl Salerno - Già in passato da Bruxelles sono stati fatti vari tentativi di questo genere ma fino ad oggi si è sempre riuscito a neutralizzare questa minaccia, essendo quello del sigaro un mercato di nicchia e con quantità limitate. Siamo in attesa della presentazione della nuova direttiva europea che potrebbe creare problemi allo stabilimento di Cava de' Tirreni. C'è sicuramente preoccupazione tra i lavoratori ma già da tempo stiamo lavorando a livello europeo, in primis con la Confederazione Europea dei Sindacati e con continue interlocuzioni con i nostri parlamentari a Bruxelles. Insieme all'azienda stiamo lavorando nella giusta direzione per evitare la cancellazione di una lunga storia di una tradizione tutta italiana e che ha dato lustro anche alla città di Cava de' Tirreni».

LEGGI ANCHE La leggenda delle Manifatture Sigaro Toscano 

Nella valle metelliana tutti hanno avuto, direttamente o indirettamente, un rapporto con la Manifattura Tabacchi. Non c'è famiglia cavese che non abbia avuto negli anni passati un lavoratore del tabacco, creando così un legame viscerale tra la città e la sua manifattura. Anche se negli ultimi anni le cose sono profondamente cambiate - tant'è che la maggior parte dei 105 addetti oggi in servizio non è di origine cavese e il tabacco non viene più coltivato dagli agricoltori metelliani - Cava de' Tirreni è pronta ancora una volta a difendere la sua manifattura. Una storia cominciata nel 1845, quando fu istituita a Cava, in località Passetto, una fabbrica succursale della manifattura di Napoli. La vera svolta avvenne nel 1912, anno in cui, grazie all'interessamento del deputato cavese Enrico De Marinis, già ministro della Pubblica Istruzione, il trasferimento della Manifattura Tabacchi nei locali dell'ex conservatorio di Santa Maria del Rifugio in viale Crispi divenne effettivo. Da allora prese avvio la produzione di sigari fabbricati a mano da circa 300 sigaraie, che arrotolavano i sigari con l'aiuto di macchine artigianali e lo perfezionavano manualmente a tocchi di polpastrelli. Nei primi anni del nuovo millennio, dopo vari passaggi di proprietà, la produzione è tutta concentrata nello stabilimento di via Atenolfi, dove tradizione e innovazione si fondono per dare vita ad una vera e propria eccellenza del Made in Italy.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino