«Siamo Federica e Antonio, abbiamo rispettivamente 30 e 28 anni. Ci saremmo dovuti sposare a fine maggio nella Rettoria di San Giorgio, chiesa che ci ha rubato il cuore dal...
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Come quando la tua partita a Monopoli sta andando alla grande ma poi finisci sulla casella degli imprevisti e ti tocca riprogrammare il tuo approccio al gioco e andare avanti, casella dopo casella. Inizia così il racconto di Federica e Antonio, moderni Renzo e Lucia, che in questi giorni difficili di emergenza sanitaria sono alle prese con i nuovi preparativi del matrimonio. Si sarebbero dovuti sposare il 28 maggio ma il rapido precipitare della situazione ha messo un temporaneo stop a tutto: «Fino alla settimana scorsa - racconta Federica, che ha la straordinaria capacità di risultare raggiante anche attraverso uno schermo - abbiamo avuto la speranza che tutto questo potesse risolversi in breve tempo e che il nostro sogno potesse ancora realizzarsi. Poi ci siamo resi conto che era arrivato il momento di fare i conti con questa crisi mondiale e, a malincuore, abbiamo deciso di spostare quello che doveva essere per noi il giorno più bello della nostra vita, finora».
Seguono giorni a dir poco concitati: ci sono decine di telefonate da fare, date da valutare, professionisti da consultare. Il quadro perfetto pennellato nell’arco di mesi di minuziosa e paziente lavorazione va dipinto daccapo. Ma Federica e Antonio sono determinati, non si fanno prendere dall’ansia e affrontano un ostacolo alla volta, combattendo i bassi e vivendo al massimo gli alti. «Abbiamo tanto desiderato questo momento, l’abbiamo atteso e sognato e non sarà il coronavirus a distruggerlo - si ripetono i promessi sposi quando i dadi non dicono bene - vivevamo un piccolo dramma quando fuori dalla nostra casa c’era il dramma vero. Quando abbiamo realizzato quanto fortunati fossimo perché noi e i nostri cari stiamo bene, ne abbiamo quasi sorriso e abbiamo ricominciato». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino