L'impresa dei napoletani a Lugano per il Guinness Word Record: 10.170 pizze sfornate in 16 ore

L'impresa dei napoletani a Lugano per il Guinness Word Record: 10.170 pizze sfornate in 16 ore
L’impresa dei 40 pizzaioli napoletani è riuscita: sono rientrati in città da veri e propri eroi con l’attestato ufficiale del Guinness Word Record. A...

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L’impresa dei 40 pizzaioli napoletani è riuscita: sono rientrati in città da veri e propri eroi con l’attestato ufficiale del Guinness Word Record. A Lugano, in Svizzera, hanno infatti scritto un pezzo di storia riuscendo a sfornare ben 10 170 pizze nel giro di 16 ore. Prima di loro qualcuno si era fermato a 10.065 in 24 ore: il nuovo primato ha davvero dell’incredibile. Duro lavoro, impegno e costanza messo in campo nella piazza di Paradiso, un piccolo comune che si affaccia sul lago di Lugano con poco più di 4.000 abitanti, invaso da un notevole afflusso di persone accorse anche dai luoghi limitrofi per gustare la vera pizza napoletana, oggi ufficialmente patrimonio dell’Unesco. E un messaggio che va oltre la gara e il primato raggiunto: l’organizzazione non è una cosa solo svizzera. Infatti anche i napoletani, noti in tutto il mondo come  i maestri dell’improvvisazione, hanno dimostrato di sapersi unire in una vera e propria catena di montaggio mettendo su  una macchina perfetta spinta da tenacia e grinta per raggiungere un obiettivo davvero difficile.

 
Eppure tutto ha funzionato alla perfezione sotto l’attenta guida di Antonio Ospite e di suo padre Claudio, presidente dell’Istituto nazionale della pizza di Napoli, che hanno organizzato l’evento. La sua pizzeria, Verace, ha esportato a Paradiso la vera pizza napoletana e ha deciso di offrire anche agli svizzeri la possibilità di gustare questa pietanza unica, per la quale impazziscono anche oltre le Alpi. E questa volta proprio nella terra della precisione e della puntualità sono state sfatate le brutte voci che girano sui napoletani: altro che sfaticati e disorganizzati. L’immagine lanciata con il Guinness Word Record è stata quella di un numeroso gruppo che lavora alla perfezione stando attento alla qualità e al tempo stesso ad ottimizzare il processo di produzione di un prodotto artigianale. «Il successo di questo evento è da dedicare alla mia Napoli -  spiega Antonio -, che ho lasciato da qualche anno per intraprendere qui a Paradiso la mia attività. La nostra è una vera e propria arte che tutti apprezzano, ma che dovremmo imparare ad esportare dimostrando che siamo anche un popolo di professionisti e che sappiamo eccellere anche nell’organizzazione. Questo traguardo ne è una dimostrazione: siamo riusciti ad unire alla perfezione arte e organizzazione».

Ben sei forni presenti in piazza attorno ai quali hanno lavorato assiduamente i pizzaioli del gruppo La Piccola Napoli, quelli della pizzeria Da Gennaro a Bagnoli, Enrico Porzio, O’Curniciello, La Piazzetta di Napoli, ma anche i pizzaioli di O’ sole mio da Succivo, di O’Sarracino da Nocera Inferiore, Da Tonino dalla provincia di Campobasso. Insomma un numeroso gruppo di artisti della pizza uniti dalla passione e dalla voglia di riscatto della città. Tonnellate e tonnellate di farina utilizzate e tanta attenzione alle materie prime esclusivamente campane, per offrire i sapori veri della tradizione.
 
Il giudice ufficiale della manifestazione, Lorenzo Veltri, ha verificato che ciascuna pizza fosse a norma: «Ho dovuto scartare 46 pizze perché non rispettavano quanto richiesto dal regolamento. Era necessario che ogni pizza infatti fosse delle giuste dimensioni. Qualcuna era troppo bruciata o poco cotta, ma questo accade normalmente quando si lavora così in velocità». Ma alla fine è stato proprio Lorenzo a consegnare il titolo al gruppo di napoletani: «Sono invece stato impressionato dal grande impegno e dalla grinta che questi ragazzi hanno avuto fino a tarda notte per superare il record senza fermarsi: numeri eccezionali. Ed io che ero seduto a controllare mi sono stancato, immagino loro».


Un momento di festa nella cittadina svizzera, dove qualche goloso visitatore ha mangiato addirittura sette pizze: «Un gusto unico. Ora capisco perché è diventata patrimonio dell’Unesco», ha commentato chi ha provato per la prima volta la pizza napoletana. E considerando che solitamente in Svizzera la pizza costa circa 12 franchi, averla alla metà del prezzo o addirittura in omaggio a fine serata è stata un’occasione da non perdere. E così i napoletani hanno lasciato un segno indelebile anche in quel di Lugano, un’immagine positiva della città, e hanno scritto anche lì un pezzo di storia guadagnando con enorme soddisfazione il titolo del Guinness Word Record.
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Il Mattino