Morto Vincenzo Capasso, decano dei pizzaioli napoletani

Morto Vincenzo Capasso, decano dei pizzaioli napoletani
Addio a Vincenzo Capasso, decano dei pizzaioli napoletani. Aveva festeggiato i 90 anni in primavera nella sua pizzeria con il figlio Giovanni e il nipote Vincenzo Paolo. Tre...

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Addio a Vincenzo Capasso, decano dei pizzaioli napoletani. Aveva festeggiato i 90 anni in primavera nella sua pizzeria con il figlio Giovanni e il nipote Vincenzo Paolo. Tre generazioni di pizzaioli immortalate dalla mano magica di Oliviero Toscani. Raggiunge in cielo altri pizzaioli della sua generazione che hanno vissuto la seconda guerra mondiale il terribile dopoguerra in una città distrutta dalle bombe, poi il colera e il terremoto. Ma la pizzeria, in cui fino all'altro ieri ha lavorato, ne ha viste tante da quando, nel 1847, ha iniziato a sfornare le prime pizze. La pizzeria Capasso a Porta San Gennaro, oltre che dell'Associazione Verace Pizza Napoletana, è nell'Associazione delle Centenarie, ma la figura di Vincenzo è stato una riferimento per decine di pizzaioli più giovani, non a caso il primo a rendergli omaggio su Facebook è stato Paco Linus, presidente del Gruppo Piccola Napoli: «È un giorno di lutto per i pizzaioli di Napoli e per me. Generazioni intere sono cresciute sotto la sua egida: io sono uno di quelli».


Vincenzo ha lavorato almeno 80 anni ammaccando e preparando l'impasto che per lui doveva essere su misura. La sua passione non lo ha abbandonato mai nemmeno quando le nuove generazioni sono entrate a pieno titolo nello storico locale avvalorando una tradizione incredibile: Vincenzo era il nonno di Enrico e Carlo Alberto Lombardi, titolari della omonima pizzeria a via Foria. Stamani alle dieci saranno in tanti a salutarlo nella chiesa di Porta San Gennaro davanti alla quale ha vissuto e lavorato una intera vita. Con lui scompare un testimone della classicità, di quella forza che assunto la pizza napoletana dopo decenni di storica, codificata dal disciplinare Stg. Testimone non di un passato, ma di un presente di entusiasmo e di un futuro nel quale non si potrà mai prescindere dalla semplicità di una margherita e di una marinara fatte a mestiere. Come il vestito di un sarto, per usare una metafora di Don Vincenzo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino