NEW YORK - Non sarà la pizza a fermare il coronavirus, ma non sarà il coronavirus a fermare la pizza. Né...
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Né il cuore grande di Napoli, capitale mondiale del cuore.
E se New York è in difficoltà, addirittura in ginocchio proprio in queste ore, c’è chi sceglie di non restare a guardare.
E viceversa di impegnarsi e di esporsi al fianco di chi sta battagliando in prima linea pur di fermare questa maledetta pandemia.
Mulino Caputo e Kestè Fulton in un’alleanza invincibile, fatta di farina e di qualità, che dalla base operativa del World Trade Center e nel pieno rispetto delle direttive federali e statali imposte da Trump e da Cuomo si muove per distribuire centinaia e centinaia di pizze a medici e infermieri. In particolare, per offrire tutto il supporto necessario in queste ore così difficili agli operatori sanitari del Morgan Stanley Children’s Hospital Columbia University Medical Center, il più importante ospedale e centro di ricerca pediatrico della città.
Con tanto di raccolta fondi online a margine, “Pizza vs Pandemic”, è il fiore all’occhiello di un ventaglio di iniziative che Napoli non vuole smettere e vuole anzi potenziare grazie a una fitta rete, fatta di contatti ma soprattutto di cuori, sostenuta tra gli altri anche dal Consolato Generale d’Italia.
«Solo il meglio per i nostri eroi, solo un gigantesco “grazie” per tutto ciò che fanno», afferma commosso Roberto Caporuscio, proprietario dell’oramai storica pizzeria di Downtown.
«Napoli c’è e ci sarà sempre, specie in momenti come questi, specie al fianco di chi si prende cura dei bambini e dunque del nostro futuro», gli fa eco dall’Italia Antimo Caputo, imprenditore titolare dell’omonimo Mulino.
Fieri di servirvi.
Fieri, a lèggere storie così, di essere napoletani.
Il Mattino