Procida «chiama» Ischia, è cucina di mare a quattro mani

Al “Sejà restaurant” lo chef Aniello La Muro ospita l’ischitano Pasquale Palamaro

Aniello La Muro
Fin dal titolo, l’appuntamento si preannuncia come una svolta nella proposta enogastronomica, con significati culturali piuttosto profondi, delle isole flegree:...

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Fin dal titolo, l’appuntamento si preannuncia come una svolta nella proposta enogastronomica, con significati culturali piuttosto profondi, delle isole flegree: «A:mmare il mare che unisce, cena a quattro mani». Ne sono protagonisti, domani sera alle ore 20.30 al «Sejà restaurant» nell’isola di Arturo, lo chef resident Aniello La Muro che, dopo una serie di esperienze da globetrotter è tornato nella sua Procida; e l’ischitano Pasquale Palamaro, cuoco stellato dell’«Indaco» del Regina Isabella.

«Sejà», in via Principe Umberto, a poche decine di metri dal Belvedere sulla Corricella, è un locale new entry nel panorama goloso, e Aniello La Muro, con il fratello Lucio, sta imponendo con la forza della creatività e della suggestione internazionale, un punto di vista originale nel contesto d’accoglienza di Procida che, diventata capitale italiana della cultura 2022, sta vivendo una lunga stagione di notorietà, specchiandosi anche nella formidabile tradizione turistica della dirimpettaia Ischia.

«L’idea di questa serata è nata per puro caso, e grazie a conoscenze in comune, ho avuto la possibilità di conoscere Pasquale Palamaro, il quale si è subito interessato al progetto.  Questa cena è nata con la passione per il cibo e l’ospitalità in mente – spiega Aniello La Muro – mentre il mare è il nostro comune denominatore, che in questo caso non ci divide ma ci avvicina con l’amore per esso, in una prospettiva di tutela e sostenibilità».

In menù ci sono sei piatti da scoprire, in un gioco di aromi speziati e materie prime identitarie, con un tocco di necessario esotismo che intende «valorizzare un legame sociale e culturale, fatto di donne e uomini, coltivatori di terra e pescatori, storie e vicende straordinarie che caratterizzano da sempre le due isole, lanciando lo sguardo molto lontano, oltre i confini geografici».

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Il Mattino