Sono più di un milione e mezzo gli italiani che cercano un pasto caldo nelle 8 mila strutture caritative rifornite dal Banco Alimentare, la fondazione nata vent’anni...
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Si dimostra così che nel nostro Paese la solidarietà è un dato diffuso. Molti sono pronti a condividere un pasto con altri, magari soltanto virtualmente con un’azione di volontariato oppure offrendo un contributo a chi si occupa di questa emergenza, raccogliendo cibo che altrimenti andrebbe sprecato. Ha fatto notizia, nei giorni scorso, l’attività di don Graziano Gavioli, parroco a Modena della chiesa di Sant’Agostino e San Barnaba, che da sei anni a pranzo apre la sua casa per offrire un pranzo ai poveri che bussano alla sua porta. Senza arrivare a questi esempi virtuosi, la ricerca Demia – realizzata per la Procter & Gamble, multinazionale di prodotti per la casa con una forte propensione per l’attività di responsabilità sociale – ha indagato anche sul momento del pasto, che per noi italiani rappresenta un “momento di convivialità e condivisione” (87%) e almeno il 59% ha invitato “una persona in stato di necessità alimentare alla propria tavola”. E comunque il 41 per cento degli intervistati dichiara di svolgere qualche attività di volontariato.
In base a questi risultati la P&G ha lanciato un progetto in collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare Onlus attraverso Dash e l’ha battezzata “Aggiungi un piatto a tavola”. Per ogni acquisto di un “Fustino della solidarietà” – l’operazione è scattata a marzo e si concluderà a maggio – la multinazionale americana donerà 0,98 euro: la somma equivale ai costi sostenuti dal Banco Alimentare per il recupero e la distribuzione agli enti caritatevoli di 7 kg di alimenti, corrispondenti a 14 pasti. «L’anno scorso, con una operazione simile – spiega il manager di P&G Antonio Fazzari – abbiamo donato il corrispettivo equivalente a distribuire oltre 3 milioni di pasti». Aggiunge Andrea Giussani, presidente di Fondazione Banco Alimentare Onlus: «Essere partner con una grande aziende per “aggiungere piatti” alle mense per le persone bisognose è una grande responsabilità e al contempo un privilegio». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino