Napoli, consigliere municipale in posa osé contro l'omofobia. E Facebook lo censura

Napoli, consigliere municipale in posa osé contro l'omofobia. E Facebook lo censura
Nel film «Il comune senso del pudore», diretto e interpretato (nel primo episodio) da Alberto Sordi verrebbe da riderci su. Ma considerato che quella pellicola...

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Nel film «Il comune senso del pudore», diretto e interpretato (nel primo episodio) da Alberto Sordi verrebbe da riderci su. Ma considerato che quella pellicola è datata 1976, fa riflettere che la censura colpisca con la sua mannaia nel 2017. Vittima, suo malgrado, del perbenismo da tastiera, è stato Pino De Stasio, consigliere omosessuale della seconda Municipalità, nonché scrittore, musicista e intellettuale che non ha mai timore di esporre le proprie idee, in barba ad ogni forma di conformismo.


Stavolta a mettere in moto la censura da social è stata una presunta posa osé (dove in realtà sono rigorosamente coperte le parti intime) che il consigliere ha voluto donare per la copertina di un libro in uscita sul tema dell’omofobia. Da qui la “scomparsa” dalla pagina personale di Facebook che lui stesso aveva pubblicato ieri.

«Purtroppo Fb ha censurato la mia immagine parzialmente nuda - spiega De Stasio - insieme alla locandina di invito per la presentazione del libro/antologia di Antonio Mocciola, contro le frasi sull’omofobia. Un atto che non comprendo e che sarà stato segnalato sicuramente da qualche represso».

«Ma - avvisa il consigliere - chi vuole vedere l'anteprima può farlo sul mio profilo Instagram “destasio60”, dove troverà quello che fb ha rimosso». «Che orrore!», il commento finale. Dal canto suo, l’autore del libro, Antonio Mocciola rincara la dose: «Sarebbe molto divertente, se non fosse drammatico. Pur tollerando allegramente gruppi contro neri, donne, gay, meridionali e nani, Facebook trova il tempo di censurare la foto (castissima) di Pino De Stasio con la locandina del mio libro. Ovvio che sia stata la segnalazione di qualche mente eccelsa. Nessun problema. A maggior ragione, ora più che mai, “Addosso” (come il titolo del volume in uscita)».


Ma, sorpresa delle sorprese, dopo poco è stato bloccato nella pubblicazione di post su Facebook anche lo stesso Mocciola, che tuona: «sono sconvolto da questo fascismo telematico. Per cui uno scrive un libro contro l’omofobia e sceglie una copertina dove non c’è nessun nudo volgare, anzi. E Fb mi ha bloccato per 24 ore, perché sono arrivate segnalazioni di contenuti inappropriati, come mi è arrivato nella notifica sul mio profilo. Un Paese che va all’incontrario e verso il Medioevo che asfissia tutte le forze positive e propositive. Questo è l’ennesimo schiaffo al movimento omosessuale, altro che lobby, è ancora una volta repressione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino