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Il Museo della Moda di Napoli apre le porte ai giovani stilisti. Un vernissage tra innovazione, tradizione e ricerca. E' l’evento voluto dall'amministratore unico della Fondazione Mondragone Maria d'Elia, in aderenza con i programmi regionali e comunitari, che ha visto ieri protagonisti quattro giovani stilisti che hanno raccontato il proprio progetto.
E' il caso di Simona Manzi, esperta in progettazione e stile, diplomata all’Accademia di Belle Arti e che ha ha come mission il zero waste: il recupero di tessuti di avanzo, donati da grandi aziende, le permettono di creare capi unici nel loro genere, dinamicità e unicità e ciò che contraddistingue le creazioni di questa giovane stilista.
La moda, del resto, è arte, è costume, è espressione di un sentire collettivo ed i giovani stilisti hanno un ruolo importante nel percorso evolutivo di questo settore, sono molto più attenti alle esigenze del mercato e della società. Materiali innovativi ed eco-friendly, pratiche artigianali e slow, upcycling e zero-waste: questa è la tendenza dei giovani stilisti che hanno partecipato. Il Made in Italy, prodotto con tessuti organici o riciclati, è un manifesto dei problemi di questa società: tutela dell’ambiente, diversità, razzismo, violenza sulle donne, immigrazione sono solo alcuni dei temi trattati, raccontati però con un linguaggio ludico e giocoso. Parola d’ordine: No Genderless e No seasonal
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