Ha la memoria di un elefante, il passo della tartaruga, l'occhio di lince. È la voce di denuncia che ogni giorno si leva dal centro storico di Napoli, in...
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Alfano è promotore di un progetto di Medicina solidale, «per la difesa e la tutela del bene salute anche attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione, ad esempio anti-fumo o anti-obesità». Spiega: «Con l'aiuto di infermieri volontari insegniamo ai parenti dei pazienti costretti a letto come prevenire le piaghe da decubito e affrontare la burocrazia ospedaliera. Un'attività che nel 2013 ha portato a inviare al ministro della salute un dossier sul mercato nero del badante in corsia e la disumanizzazione dell'assistenza in diversi presidi».
Ma l'attivismo di Alfano va oltre le corsie e i muri di gomma dei reparti: attraversa la città, la sua storia e i suoi problemi.
L'infermiere in pensione presiede la No Comment, fondata nel 1999 con la moglie, Antonietta Tondi e una ventina di attivisti tra cui Luigi Polito, Maurizio Montalto, Sabatino Di Maio. «In venti anni non abbiamo mai né chiesto né ricevuto fondi da chicchessia. Una scelta intransigente per restare liberi di essere e di fare», premette Alfano. «L'associazione utilizza soprattutto la fotografia per documentare il quotidiano, nel bene e nel male, e all'amministrazione comunale invia il materiale». A settembre 1999, la prima provocazione: «Compare in versione pirata Il figlio di Crash, un progetto di informazione culturale, musica e arte realizzato assieme a Di Maio per colmare un vuoto dovuto alla chiusura del periodico originale». Nel 2013 l'Illegal tour tra prostitute e contrabbandieri, organizzato nel borgo di Sant'Antonio Abate per denunciare appunto l'illegalità diffusa, attira il Times . E Alfano raduna intorno a sé anche le tante altre onlus e anime del cuore di Parthenope perché «l'unione fa la forza», e non mancano le collaborazioni culturali: quella con la fondazione Laboratorio Mediterraneo, diretto da Caterina Arcidiacono, docente di psicologia sociale e di comunità alla Federico II, porta nella capitale tedesca la mostra convegno Racconti e immagini della città. Qualità di vita e turismo nei quartieri storici di Firenze, Berlino e Napoli. La No Comment accende un faro sugli ultimi e i più fragili, i volti popolari, i cartoneros e i luoghi dimenticati. E sulla Napoli positiva raccontando l'8 marzo storie di donne in direzione ostinata e contraria, e entra nelle scuole per parlare di legalità, «una volta anche con la collaborazione di Nunzio Giuliano. Su YouTube c'è un video che mostra la lezione», aggiunge Alfano. Ma è impossibile riepilogare tutte le battaglie per dare senso civico seguite giorno dopo giorno, h 24. Così il lavoro diventa dovere deontologico fuori orario, la casa è un punto di visione per stare al mondo e la macchina fotografica un potente strumento di racconto per immagini. «Comprai una Pentax k1000, perché non sapevo disegnare», sorride Alfano, camminando piano e, d'improvviso, riprende a scattare: le realtà sociali e urbane che incontra sono impresse nella sua memoria, su carta fotografica e digitale. Una memoria appunto di elefante. Importante e ingombrante. E la denuncia è a oltranza. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino