Paolo Villaggio, i figli dalla D'Urso: «Ecco quando nostro padre ha capito che era giunta la fine»

Paolo Villaggio, i figli dalla D'Urso: "Ecco quando nostro padre ha capito che era giunta la fine"
ROMA - Sono Elisabetta e Pierfrancesco, detto Piero, i suoi figli, a raccontare a Domenica Live, gli ultimi giorni di Paolo Villaggio, scomparso il 3 luglio scorso. ...

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ROMA - Sono Elisabetta e Pierfrancesco, detto Piero, i suoi figli, a raccontare a Domenica Live, gli ultimi giorni di Paolo Villaggio, scomparso il 3 luglio scorso.


«Negli ultimi tre anni, c’è stato un progressivo peggioramento, ha iniziato a non camminare più. Poi gli ultimi due mesi sono stati proprio brutti, anche noi abbiamo capito che... Secondo me un pochino lo ha capito anche lui».

Barbara D’Urso ricorda alcuni momenti salienti della carriera dell'attore e ripropone una delle sue ultime interviste, rilasciata  da Villaggio alla trasmissione “Le Iene”, in cui si parla anche della morte.

Aveva paura della morte?, chiede Barbara D’Urso.
«Nell’ultimo periodo ci diceva: coraggio. Non sapevamo se per fare coraggio a se stesso o a noi», risponde Elisabetta.





Come è stato come padre?
«Non  è stato un padre classico, non il padre che ti accompagna a scuola e va in ufficio, ovviamente. D’altronde, il suo era un lavoro che prende molto. Però quando c’era, era molto presente. Aveva un carattere dominante  e io con questo - dice Elisabetta - mi scontravo molto».
«Non è vero che mio padre si sentisse abbandonato - aggiunge il fratello - ma era normale, per l’età, la malattia… Quando mia sorella, che aveva visto con lui la premiazione dei David di Donatello, scrisse un post dicendo che era stato abbandonato, la frase è stata ripresa da tanti giornali, ma è stata molto ingigantita».
Barbara D’Urso ricorda anche il difficile periodo vissuto da Piero, che ai suoi problemi con la droga ha dedicato un libro.

«La mia caduta nella droga non è stata certamente colpa di mio padre - spiega Piero - sarebbe troppo facile, sicuramente in un certo periodo della crescita, come forse mia sorella, ho sofferto l’assenza dei miei genitori, mio padre era molto legato al suo lavoro, era una ragione di vita, ma la mia caduta nella droga, lo ripeto, non è stata per colpa sua».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino