OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Lo zainetto a quadri poggiato su un tavolo negli uffici della parrocchia del Sacro Cuore, a Pescara, con una bottiglietta di plastica contenente un liquido giallastro. Sotto un depliant con scritto a mano, con un pennarello nero dalla punta bella spessa, «non toccare esplosivo». Chiaro, inequivocabile: scritto per essere visto. In più con l'idea che chi aveva lasciato il messaggio d'allarme avesse utilizzato di gran corsa il primo pezzo di carta che si era trovato davanti, insomma un'emergenza.
Così, almeno, l'ha interpretata il viceparroco che con legittimo, quanto "sacro" terrore, ha deciso di chiamare la Polizia.
Uno dei due edifici fa angolo proprio con corso Umberto: al piano terra ha una sfilza di negozi, poi ci sono uffici e abitazioni, è un palazzo grande e svuotarlo non è stato certo impresa da poco. Intanto si provava a rintracciare il parroco, che si era temporaneamente allontanato dalla chiesa. Quando don Paolo ha risposto al suo vice è stato più efficace di un esercito di sminatori: ma quale esplosivo ed esplosivo, è il concetto espresso in sintesi, quel cartello l'ho messo io per non far toccare lo zainetto che mi è stato lasciato da una parrocchiana. Un'idea brillante, avrà pensato là per là il parroco, per mettere in sicurezza il contenuto dello zainetto. Idea che, non volendo, si è trasformata in quello che si chiamerebbe uno scherzo da prete. Che visto il pandemonio provocato potrebbe avere qualche conseguenza.
Leggi l'articolo completo suIl Mattino