Rai, Arbore e Raffaele La Capria raccontano l'altra Napoli

Rai, Arbore e Raffaele La Capria raccontano l'altra Napoli
L'altra Napoli. Non quella dominata dalla camorra, prepotente e maleducata, che riempie la pagine dei giornali. La Napoli signora, elegante e rispettosa, quella della...

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L'altra Napoli. Non quella dominata dalla camorra, prepotente e maleducata, che riempie la pagine dei giornali. La Napoli signora, elegante e rispettosa, quella della borghesia raccontata da Raffaele La Capria in Ferito a morte. Ed è proprio lo scrittore, novantaquattrenne, che la racconta in un imperdibile incontro con un napoletano d'adozione come Renzo Arbore, filmato da Fabrizio Corallo e che martedì 3 viene riproposto da Rai Storia alle 21,05.


Una chiacchierata, tutta spontanea, nel coloratissimo salotto di casa Arbore, che ripercorre le vicende della città dal dopoguerra ad oggi, accompagnando le parole con le immagini dell'archivio di Rai Teche. Scorrono così intellettuali, registi, musicisti che hanno segnato la cultura della città, la Napoli di Roberto Murolo, Salvatore Di Giacomo, Eduardo De Filippo, ma anche quella delle bancarelle come San Gregorio Armeno.

«Quella generazione aveva un'altra marcia. Le loro opere vanno viste e rivalutate, perché oggi l'arte si giudica per quello che incassa. Un sistema che ha eliminato alcuni rami della cultura italiana e temo che quelle opere non si ripeteranno più» sostiene Arbore. Marco Molendini.
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Il Mattino