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È il padre nobile della tv pubblica. Il suo salotto tv è stato paragonato alla terza Camera del Parlamento, e questo, sia chiaro, in anni in cui le Camere contavano ben qualcosa. Sulle sue poltroncine bianche sono nati governi, si sono firmati contratti, i leader hanno fatto e disfatto alleanze ma anche risotti. È Bruno Vespa, colonna di Viale Mazzini da quasi sessant’anni. Per questo la notizia che da qualche giorno circola tra i palazzi romani è di quelle che si possono ben dire storiche: il direttore-scrittore-anchorman starebbe trattando il suo passaggio a Mediaset.
Le trattative - segretissime - si starebbero svolgendo com’è logico ai massimi livelli. Berlusconi-Confalonieri-Gianni Letta, per intendersi. Pochi, pochissimi, i dirigenti che sono stati messi a conoscenza del negoziato, gestito con cautele degne di un trattato internazionale Usa-Cina. Dall’entourage delle tv berlusconiane ammettono solo che «contatti ci sono stati», ma non smentiscono. A Viale Mazzini cascano dalle nuvole: strano, viene fatto notare solo, a questo punto della stagione, e con un contratto firmato da poco... È vero però che gli ultimi rinnovi contrattuali con il servizio pubblico, per Vespa, sono sempre stati fonte di complicazioni e polemiche.
Di certo a Viale Mazzini l’aria non è più la stessa se, dopo i tagli economici dei suoi predecessori in nome della spending review, appena arrivato il nuovo dg, Fuortes, ha diramato una circolare che falcidia anche i simboli. Niente più stanze ai collaboratori, anche quelli vip come Vespa, appunto, o Lucia Annunziata.
«Non è consentita l’assegnazione di postazioni o stanze a uso esclusivo» - si legge nell’ordine di servizio datato 5 ottobre - né «l’assegnazione individuale di personal computer desktop e portatili» e neppure telefonini. Vespa ancora una volta ha preso atto tenendosi ben lontano dalle polemiche («Non so nulla, ho una scrivania nella sala riunioni», ha tagliato corto al Fatto), ma è chiaro che se il clima è questo l’idea del divorzio non sembra più lunare. E dunque Mediaset. Dove le news stanno vivendo una fase di riorganizzazione profonda, per razionalizzare i costi ma puntando - così giurano a Cologno Monzese - proprio per questo ancor più su qualità e approfondimenti. E infatti lui, Vespa, a sua volta non smentisce. Cerca le parole con cura e poi la mette così: «Finché mi trattano bene in Rai, resto». E Mediaset, direttore? Risposta: «A Mediaset sono molto gentili». Ecco, appunto.
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