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In concorso a Cannes con un solo film, «Tre piani» di Nanni Moretti, l'Italia schiera alla Semaine de la critique «Piccolo corpo» di Laura Samani e si rifà nella Quinzaine des Réalisateurs calando un poker, ben quattro titoli nella sezione parallela e non competitiva del festivalone, diversi per genere e per storie: «Futura» di Pietro Marcello, Alice Rohrwacher e Francesco Munzi, «A Chiara» di Jonas Carpignano, «Europa» di Haider Rashid e «Re Granchio» di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis. Reportage, lungometraggi di finzione, opere collettive che raccontano le trasformazioni della società italiana filtrate dallo sguardo di autori giovani, alcuni già molto affermati a livello internazionale, tutti sperimentatori di nuovi linguaggi e di nuove strategie produttive.
Pietro Marcello («Martin Eden»), Alice Rohrwacher («Lazzaro felice») e Francesco Munzi («Anime nere»), hanno realizzato con Avventurosa e Rai Cinema un'inchiesta sul futuro delle ragazze e dei ragazzi tra i 15 e i 20 anni incontrati in un lungo viaggio attraverso il Belpaese. Dicono: «Volevamo vivere un'esperienza di vera condivisione, per questo, fin dal primo incontro, la nostra idea è stata quella di realizzare un'opera autenticamente collettiva, con lo scopo di tratteggiare, attraverso gli occhi e le voci dei giovani, un affresco del Paese».
Che cosa hanno scoperto? «Che non li ascoltiamo abbastanza» ha raccontato agli Efa Marcello. «I giovani leggono la realtà meglio di quanto immaginiamo, ce lo aveva già insegnato Pasolini in Comizi d'amore. Attraverso i loro desideri arriviamo a scoprire la temperatura dell'Italia contemporanea». L'unico rammarico, non essere riusciti ad andare nelle scuole: «Purtroppo sulle riprese è calato il drappo nero del Covid, ci siamo dovuti fermare ed è stato un peccato. In questo reportage ho sentito forte la responsabilità di filmare. Mi sono messo al servizio del documentario. Ho imparato che i ragazzi non credono negli adulti. E che noi non siamo stati capaci di educarli».
A quattro anni dalla rivelazione «A Ciambra», realizzato con il supporto di Martin Scorsese, Jonas Carpignano torna sulla Croisette con il terzo capitolo della sua trilogia su Gioia Tauro.
In «A Chiara», una coproduzione con Francia e Svezia, la più piccola della famiglia Guerrasio inizia a indagare sui motivi che hanno spinto il padre a lasciare la città: «Più si avvicinerà alla realtà, più sarà costretta a riflettere sul tipo di futuro che vuole per se stessa».
Il regista è un beniamino di Cannes e non nasconde la soddisfazione di calcare di nuovo il tappeto rosso: «Non vedo l'ora che il pubblico veda il film e scopra l'interprete principale, Swamy Rotolo, che ne è il fulcro».
La Quinzaine «si distingue per libertà e carattere» ha detto il suo direttore Paolo Moretti annunciando, con il cartellone, anche il premio alla carriera della sezione: la Carrosse d'Or quest'anno andrà al grande documentarista americano Frederick Wiseman, autore di capolavori come «Ex Libris», celebrato anche dalla Mostra di Venezia e dagli Oscar. Il film d'apertura sarà «Ouistreham» dello scrittore-cineasta Emmanuel Carrère, interpretato da Juliette Binoche, sulle disumane condizioni di lavoro delle donne delle pulizie sui ferryboat che attraversano la Manica. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino