D'Alessio, diario del debutto: l'orgoglio dei quattro terroni

Gigi D'Alessio
E stasera, finalmente si canta. Mi farò il segno della croce, come ogni volta prima di salire su un palco, poi... «La prima stella» è una canzone...

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E stasera, finalmente si canta. Mi farò il segno della croce, come ogni volta prima di salire su un palco, poi... «La prima stella» è una canzone dedicata a mia madre che non ha potuto vedere quello che sono diventato oggi, a cui racconto com'è cambiato il mondo che ha lasciato. Per me è un lusso essere qui, ci sono centinaia di cantanti che aspirano al Festival, non penso mai di essere arrivato, non credo si debba mai credersi al di sopra degli altri, delle gare, delle competizioni.


Intanto, mi piace molto il clima che respiro, diciassette anni fa, al mio primo Sanremo, non fu così, non potevo godermela disteso come succede oggi. E mi piace ancor di più il clima instaurato con gli altri napoletani in gara: Clementino e i giovani Lele e Maldestro. Siamo i quattro terroni di Sanremo, orgogliosi di rappresentare facce diverse di Napoli, non Napoli diverse. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino