Mina li chiamò 45 giorni dopo aver ricevuto un loro demotape, su cassetta, che conteneva «Neve», primo dei ben 13 brani del duo napoletano incisi in carriera....
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Un lp che non aveva la foto degli Audio 2 in copertina e che nel sound e nel timbro vocale faceva pensare a Battisti: «Cominciò tutto così e fu un'affermazione clamorosa, avevano paura che se ci fossimo mostrati sarebbe finito tutto, invece anche il secondo album centrò le classifiche. Poi... poi, si sa, è più facile arrivare al successo che mantenerlo. Noi abbiamo provato a farlo alla nostra maniera, con un pop aggiornato ai tempi che stanno cambiando, ma fedeli al nostro stile».
Un pop che, fin dal titolo, cerca un'altra frequenza: «Quegli 8 hertz in meno a cui facciamo allusione nel titolo ci permettono di essere in sintonia sonora con il pianeta, con i suoni naturali. E naturali sono le canzoni che facciamo, fieri della nostra provenienza, di essere figli di Napoli, patria delle più grandi canzoni. I 432 hz erano quelli di Verdi, di Mozart, poi... Poi sui campi di battaglia gli ottoni iniziarono a suonare le marce a 440, drogando il suono come incitamento all'azione. Sembra che Goebbels, addirittura Hitler in persona, abbiano scelto l'intonazione più guerrafondaia, che però fu adottata dal mondo intero negli anni Cinquanta. Noi... siamo pacifisti, e nostalgici dei Pink Floyd: The dark side of the moon scelse un'accordatura calante evitando la tradizione dei 440 hz».
Tutto questo nell'album lo avvertiranno solo le orecchie più preparate: «Un'onda nel bicchiere», il singolo «Amici per amore» con Spagna o «Mediterraneo» con Tony Esposito confermano il marchio di fabbrica Donzelli-Leomporro, pagando pegno proprio su quel fronte del pop oggi rivoluzionato dalle sonorità rap & trap dilaganti: «Siamo partiti bene, all'ombra di nostra signora della canzone Mina e del nostro caro angelo Battisti, poi Celentano ha inciso tre nostri pezzi... Abbiamo messo a frutto anni di gavetta e, raggiunta la fama, non abbiamo mai pensato di aver acchiappato il posto sicuro, di essere entrati in banca o di essere stati assunti al comune», conclude Donzelli: «Queste sono le nostre canzoni, 27 anni dopo».
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Il Mattino