Dimenticate Genny Savastano: in «Puoi baciare lo sposo» (che esce in 400 copie l'1 marzo, distribuito da Medusa), Salvatore Esposito è il tenero Paolo, che...
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Esposito, vederla come Paolo sembra un paradosso come lo Schwarzenegger incinto in «Junior».
Vuole cancellare Genny?
«Il mio obiettivo quando recito è andare fuori dagli schemi. Penso a tutti quei grandi attori e a quei premi Oscar che non hanno mai avuto paura di misurarsi con la commedia e non posso che essere grato a Genovesi, perché mi ha dato l'opportunità di una commedia romantica. In Italia è molto difficile uscire da un'immagine predefinita, specialmente se questa ha la forza del Genny di Gomorra».
Quali sono stati i suoi modelli di riferimento quando ha cominciato a recitare?
«Io sono cresciuto a pane e Totò, ho adorato Troisi e penso che Bud Spencer sia stato un grandissimo attore, amato in tutto il mondo, e sottovalutato in Italia. Poi adoro gli action movie statunitensi e i film d'autore francesi. Se dovessi fare un nome, oggi il miglior esempio di attore moderno è un interprete come Russell Crowe, interprete da Oscar, o di film d'azione come Il Gladiatore, ma anche di commedie come Nice Guys».
Che ne pensa di Tom Hardy? Dicono che Stefano Sollima sia in predicato di dirigerlo in «Call of duty».
«Io devo tutto a Stefano: con Gomorra mi ha dato un'opportunità unica. Per quanto ne so il suo coinvolgimento in Call of duty non è ancora ufficializzato, ma intanto le immagini che si sono già viste di Soldado dimostrano, a chi ancora non se ne fosse accorto, che grande regista lui sia. Inutile dire che se Stefano mi chiamasse sarei felice di accettare qualunque ruolo e un duetto con Tom Hardy sarebbe davvero un sogno».
Lei che ne pensa delle polemiche che, ciclicamente, si abbattono sulla rappresentazione di Napoli in serie come «Gomorra»?
«Negli Stati Uniti nessuno si sogna di accusare Narcos di incitamento al narcotraffico, io da bambino guardavo i film di Batman, ma non per questo mi buttavo dalla finestra con un mantello. Il problema è che nessuno si assume le proprie responsabilità».
Può spiegarsi?
«A Napoli, come in qualunque altra città, esistono zone di degrado, ma non tocca al cinema, né alla tv risolvere questi problemi. Invece prima si tagliano i fondi alla cultura, alla scuola e alle forze dell'ordine e poi ce la si prende con le serie tv che diseducano. È assurdo!».
In quali altri film la vedremo?
«L'11 aprile uscirà Taxi 5, prodotto da Luc Besson, dove, recitando in francese, italiano e un po' di napoletano, sono l'antagonista: un ex-pilota che fa rapine con fuoriserie che ci hanno permesso di girare degli straordinari inseguimenti. Poi cambio registro in L'eroe, opera prima di Cristiano Anania: lì sono un giornalista che, dopo un'inchiesta politica, è esiliato in una testata di provincia, dove deve vedersela con un rapimento e diventerà l'eroe del titolo. Tutto questo, ovviamente, prima di tornare nella prossima stagione di Gomorra, che mi impegnerà fino ad ottobre/novembre».
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Il Mattino