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C'è un corno rosso sul palco, per allontanare l'ombra del venerdì 17 e la minaccia della pioggia. Gigi D’Alessio aveva pronta una canzone, “Chiove, stu cielo fa paura”, ma non serve più. Diecimila seduti in piazza del Plebiscito, innumerevoli in piedi oltre le transenne seguono l'evento “Uno come me”, diretta su Raiuno per celebrare i primi trent’anni di melodie del cantante.
Si comincia con «Non mollare mai», il coro infinito dei fan accompagna Gigi ballando, tutti con le mani alzate a brandire un celluare e immortalare in video l'evento. E si parte con una battuta: «Mi chiedete perché un napoletano festeggia di venerdì 17? Guardate quanti siete, alla cattiva sorte non ci credono più nemmeno i napoletani». Dalla folla spunta un cartello, il messaggio è di una ragazza, inequivocabile: «Sposami».
Un applauso sulle note di “Quanti amori” segna l'ingresso del primo superospite, Eros Ramazzotti. E c'è spazio anche qui per la gag. «Gigi, tu sai guardare negli occhi la vita...ma cosa guardi?»; «Le lenti a contatto, le perdo sempre». E via col duetto medley “Un’emozione per sempre/ Più bella cosa“.
Dopo lo spazio della solidarietà - un invito a comporre il 45592 per aiutare il corridoio umanitario del Santobono Pausilipon per i bimbi ucraini - si torna alla musica. «Ho chiesto ad un mio amico, anzi un fratello maggiore, visto che è un po’ più grande di me, di condividere questo palco e cantare insieme il grande Renato Carosone». E sulle note di “Tu vuo' fà l'americano”, prima di una serie di hit immortali, irrompe sul palco Fiorello. Dal ritmo alle battute fulminanti: «Pensate che mentre di là ci sono tutti i ministri della cultura - dice Fiorello, riferendosi al summit di Palazzo Reale - qui ci siamo io te, il re dei matrimoni e il re del karaoke».
“L'ammore” segna l'ingresso in scena di Fiorella Mannoia. «Per come ha cantato questa canzone il suo vero cognome non è Mannoia ma Esposito - si complimenta D'Alessio - che dite, chiediamo al sindaco di darle la cittadinanza onoraria?». Siparietto sul tema delle canzoni impegnate, con Gigi che stralcia passaggi dei suoi brani per dimostrare a Fiorella che ha toccato temi “alti”, e il duetto strappa-applausi sulle note di “Quello che le donne non dicono”. «Una canzone che amo tantissimo perché per me parla di Napoli, perché Napoli è femmina e bisogna amarla come si ama una donna», spiega D'Alessio.
“Un nuovo bacio” riapre la festa dopo la pausa pubblicitaria, poi Gigi introduce un “amico dj”: ed ecco che arriva Amadeus. Tutti in piedi, il concerto diventa happening in stile villaggio turistico. Outfit gemello scintillante per i due mattatori che si lanciano in un ping pong musicale tra la disco e il romantico anni '90, tra Corona e “Annarè”. «Il mio sogno - confida Gigi - è cantare al San Carlo». «Nessun problema . replica Amadeus - vai al San Carlo e dì che ti ho mandato io». Presentazione in stile sanremese per “Non dirgli mai”, il brano portato al festival nel 2000, e il sogno si avvera. Gigi suona il piano nel Massimo partenopeo e canta accompagnato dall'orchestra.
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Il Mattino