Il ritorno dei Sottotono: in principio furono gli «Originali»

I Sottotono 2021
È un errore liquidare la reunion dei Sottotono come «il ritorno dei padrini del rap italiano». Perché se quel titolo Big Fish e Tormento lo dividono con...

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È un errore liquidare la reunion dei Sottotono come «il ritorno dei padrini del rap italiano». Perché se quel titolo Big Fish e Tormento lo dividono con qualcun altro, l'album «Originali» reclama piuttosto il primato sul fronte del dilagante nu rhythm'n'blues nostrano: «È vero, oggi lo chiamano urban, ma finiscono per dare appena un po' di colore black al solito suono indie pop. Il problema è che troppi ragazzi non conoscono i fondamentali, non hanno mai ascoltato Marvin Gaye, Gil Scott Heron, la Stax, la Motown...».


Ecco allora che gli «Originali», ovvero «i sei brani nuovi, scritti per l'occasione», sono «stati più semplici da partorire delle sette riletture dei nostri cavalli di battaglia: avevamo paura di rovinarli, di fare un cattivo servizio alla nostra musica ed ai nostri fans». Ed ecco, allora, soprattutto, il doppio binario di un rap (g)old school, ma con i dovuti aggiornamenti, e di un nu r'n'b stilosissimo, il cuore nel passato, la testa nel futuro. Ed ecco, ancora, il mucchio selvaggio dei «feat», degli amici-colleghi-ammiratori corsi a rendere omaggio agli «Originali»: Tiziano Ferro (che fu loro corista in tour prima di iniziare la carriera solista), Guè Pequeno, Marracash, Fabri Fibra, Emis Killa, Jake La Furia, Mahmood, Coez, i napoletani Stash, Luche' e Coco.
«La scintilla che ha riacceso il fuoco che dormiva sotto la cenere», raccontano in ritrovata sintonia i due che si erano lasciati vent'anni fa, «è scattata al Sanremo 2019. Livio Cori ci volle ospiti al fianco suo e di Nino D'Angelo, sentimmo l'affetto dei colleghi. Così quest'anno abbiamo persino provato ad andare in gara al Festival, ma non ci hanno presi».
Il pezzo bocciato è il più che furbo singolo di lancio, «Mastroianni», scritto con Calcutta e il napoletano Davide Petrella ed ora diviso con Elodie ed Elisa: «Negli anni Novanta eravamo in mezzo agli opposti estremismi dell'hip hop di casa nostra: da un lato le rime militanti, dall'altro quelle che guardavano alla canzonetta. Abbiamo creato il nostro stile, siamo ripartiti da quello».

Orgogliosi di essere ancora «Sotto effetto stono», come da titolo di un celebrato album, si godono le versioni reloaded di «Solo lei ha quel che voglio», «Amor de mi vida», «Dimmi di sbagliato che c'è», «Non c'è amore», «Mezze verità», «Cronici» e «Come la prima volta». E assicurano: «Siamo tornati per restare». Compresi due primi live l'anno prossimo a Roma e Milano.
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Il Mattino